«Lascerò mio padre a Varsavia, lo lascerò riposare nel cimitero che lo ha ospitato per tanti anni, insieme ai suoi compagni. Avevo già pensato che non era giusto riportarlo a Bergamo. Quando ho visto la tomba mi sono reso conto che sarebbe stato anche impossibile».
La famiglia Pezzotta è rientrata a Bergamo dopo il viaggio a Varsavia per recare visita alla tomba del padre di Savino Pezzotta, il deputato bergamasco, già segretario generale della Cisl. Il padre, Francesco Pezzotta, morì nel giugno del 1944 nel lager di Hohenstein, nella Prussia Orientale, non troppo lontano dalla capitale polacca. Le notizie si erano fermate lì.
Savino Pezzotta e i suoi familiari non sapevano altro. Ha detto il sindacalista bergamasco: «Quando mio padre morì, io avevo pochi mesi. Non l'ho mai visto. Per me mio padre era l'uomo dei racconti di mia madre, era l'uomo della fotografia. Era una leggenda. Mia madre si risposò quando ero ancora piccolo, il mio secondo padre fu una persona dolce, rispettosa verso di me e verso la memoria di mio padre. Ma la nostalgia, il pensiero del mio genitore mi ha accompagnato per tutta la vita. Non sapevamo niente di lui. Quando vidi il suo nome sulle pagine dell'Eco nel giugno scorso restai incredulo, provai un'emozione forte. E venerdì scorso finalmente siamo arrivati a Varsavia, davanti alla pietra con inciso il suo nome. È difficile spiegare. Mio padre riposa nel cimitero militare di Zolnierzy Wloskich, ora so dov'è, l'ho ritrovato. Mi sono fermato davanti alla sua tomba, ho pregato. C'è un senso di pace, è stata una esperienza fondamentale».
ecodibergamo.it
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