«Da lassù vi proteggerò». L’ha scritto su un foglietto, rivolgendosi a parenti e genitori e dopo qualche istante ha sparato alla figlioletta di tre anni. Poi ha rivolto l’arma verso di sè e ha premuto il grilletto. Ieri mattina li hanno trovati entrambi nel campo, nelle campagne alla periferia di Lonato. Vicino, anche lui colpito da una rosa di pallini da caccia, il cane Chicco.
È finita così, nel modo peggiore, una vicenda che innegabilmente nasce dalle tensioni per l’affido di una bambina.
Alberto Fogari, 44 anni, commesso in un ipermercato, aveva avuto Nicole, questo il nome della piccola, dall’ex compagna. Per un anno la famigliola era rimasta unita. Poi, la separazione. La donna e la bambina erano andate a vivere a Ome, Alberto Fogari era rimasto a Brione.
Un uomo con una grande passione per i bambini che, a giorni, avrebbe aperto, con la nuova compagna, un asilo nido proprio a Brione. Nei giorni scorsi qualcosa s’è però incrinato irreversibilmente nella sua serenità. Ed è difficile pensare che sia estranea la sentenza del Tribunale di Brescia, in base alla quale avrebbe potuto vedere la figlia solo nel fine settimana.
Troppo ravvicinati i due fatti, troppo grande l’amore di un padre per la bambina. Forse, poi, a questo bisogna aggiungere un altra cosa. Nelle scorse settimane l’ex compagna si era risposata. A quel punto, può aver preso corpo nella sua mente, l’idea che con il passare degli anni, la bambina sostituisse la nuova figura familiare a lui, nella veste di padre.
ilgiorno.it
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