Antonio Cabrini: "E' stata una figura determinante piu' che sotto l'aspetto sportivo, come uomo. Deve essere ricordato come una brava persona anche perche' per molti di noi e' stato come un secondo padre. Il suo modo di gestire la squadra, soprattutto nei momenti extra calcistici, e' stato da papa', da genitore. Ha vinto molto, ma molto di piu' nella vita: anche oggi tanti ragazzi per lui farebbero qualsiasi cosa". L'episodio caro al ricordo di Cabrini è legato alla finale mondiale di Madrid cominciata per l'ex terzino molto male. «Ricordo la faccia, oscurata dal vento e dalla delusione quando ho sbagliato il calcio di rigore che poteva portarci subito in vantaggio con la Germania. Ma subito la delusione in lui lasciò il posto all'ottimismo:"'È inutile che continui a pensarci - mi ha detto - siamo sullo 0-0, lasciati alle spalle questo momento delicato". Per me è stato un secondo papà.
Paolo Rossi: "Per me lui era come un padre, mi ha sempre trattato come un figlio, nel bene e nel male". "Io a lui devo tantissimo, se non tutto, ricordo con gioia quando gli abbiamo fatto fare il giro con la Coppa del Mondo...". Ma per Paolo Rossi, Bearzot non e' stato solo un grande allenatore, ma anche "una persona onesta, genuina" che "si contraddistingueva per questi valori". Inoltre, Bearzot era "un uomo di grande cultura amava parlare di arte, di letteratura, di storia. Un allenatore cosi' oggi non c'e' piu'".
Bruno Conti: "Per me era come un padre. A parte il grande tecnico che era, voglio ricordare l'uomo, un grandissimo uomo, con grandi valori. Un uomo stupendo di quelli che non se ne trovano pochi oggi, che insegna i valori importanti della vita."
Dino Zoff: "C'è un dolore profondo per la perdita di una persona straordinaria, di onestà cristallina, di grande coraggio e di uomo giusto, il resto fa parte della cronaca".
Pietro Wierchowod: "Dopo le prime partite tutti ci massacravano, anche giustamente. Lui fece gruppo. Diventammo una cosa sola. Esistevamo solo noi. Sapevamo che lui per noi ci sarebbe sempre stato. Questa unione e questa convinzione ci portarono ad alzare la coppa. Provai delle sensazioni incredibili. Eravamo una famiglia". Era una persona squisita, serissima. Rispettava tutti e cercava di indirizzarci sulla strada giusta. Lui diceva sempre che bisogna essere uomini prima che calciatori. Quando facevo tardi agli allenamenti mi sgridava. E' stato fondamentale nella mia carriera. Lo ricorderò sempre con affetto
Ciccio Graziani: "Il prototipo dell'hombre vertical. Severo e selettivo con gli altri esattamente come con sé stesso. Ma con una capacità di aggregazione straordinaria, forse unica. Le lacrime che stanno versando Paolo Rossi, Bruno Conti,Tardelli sono quelle di chi in un tempo lontano ha scoperto in Enzo Bearzot un secondo padre. E da allora lo ha sempre vissuto come tale, al punto che persino Dino Zoff, pur anagraficamente più vicino al vecio, lo chiamava "mio papà".
Sky Sport, il Sole 24 ore, AGI, AdnKronos
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