Per un padre separato è difficile dire di no, ma non bisogna rinunciare al proprio ruolo educativo
Le statistiche sono implacabili: secondo gli ultimi dati Istat, in caso di separazione, le madri ottengono l’affidamento dei figli nel 90,9% dei casi, contro un 4,7% di affidamento favore dei padri. Le motivazioni? Secondo Aldo Dinacci, psicologo e presidente dell’Associazione padri separati, vige un tacito accordo tra i giudici che ricalca il modello tradizionale secondo il quale le mamme sarebbe più adatte ad occuparsi dello sviluppo dei figli. Intanto ai padri, lacerati per il distacco dalla famiglia, alle prese con il recupero con un’identità che sembra irrimediabilmente frantumata, spetta il “contentino” del week-end con i figli. Allora, per non deludere le aspettative dei piccoli, e sopprimere rapidamente i sensi di colpa, viviamo il tempo ristretto a disposizione per vedere i piccoli all’insegna del divertimento più sfrenato. Siamo i padri della domenica, padri in formato Disneyland fatti di menù a base di hamburger e patatine, cinema, parco giochi e videogame. Abdichiamo al nostro ruolo di educatori, per trasformarci in una via di mezzo tra un clown e un supereroe. Come porvi rimedio e tornare ad essere i papà di sempre?
L’importanza di essere padre
Gli esperti consigliano, per prima cosa, di mantenere un atteggiamento da padre classico, possibilmente senza variare drasticamente il proprio atteggiamento nei confronti dei figli. E’ essenziale improntare il rapporto, seppur parziale, su una sostanziale normalità: se il bambino dovrà assolvere ai doveri scolastici, allora si può rimanere in casa e conservare un’atmosfera consueta per il bambino. I padri separati, consiglia lo psicanalista Claudio Risè, nonostante il timore di non essere particolarmente amati, devono reggere e rinunciare all’appagamento di un rapporto senza conflitti. Un altro errore che spesso i padri separati commettono, nel gestire il rapporto con i figli, è quello di richiedere il sostegno e la presenza di altri soggetti, che siano i nonni o la nuova compagna, soprattutto per il timore non riuscire a portare avanti il menagè da solo. I figli, al contrario, hanno bisogno di un rapporto esclusivo, almeno all’inizio della nuova situazione.
Potrà costare molta fatica e qualche travaso di bile, nelle rotture più drammatiche, ma il papà, nei momenti condivisi con i figli, deve sforzarsi di non denigrare o disprezzare l’altra parte della ex-coppia e, viceversa, compiere alcuni semplici gesti che faranno la felicità dei piccoli. Un esempio? Si avvicina il compleanno della mamma, e allora si potrà scegliere il regalo insieme, o, se avete mangiato insieme qualcosa di speciale, si potrà preparare un pacchettino per farlo assaggiare anche alla mamma.
Moltiplicate le occasioni di incontro
Uscire da una separazione può significare, per molti padri, il rischio della bancarotta, considerata la nota spese di certo non esigua. Ma se le finanze ancora lo permettono, sarebbe consigliabile non allontanarsi troppo dall’abitazione familiare, continuando ad abitare nella stessa zona per permettere ai figli di continuare a frequentare l’ambiente conosciuto. La nuova dimora dovrebbe poi essere aperta ad una nuova rete di relazioni amichevoli, composta dai genitori degli amici dei figli.
Se poi il bambino, soprattutto se già grandicello, preferisce alla visita del papà una pizza con gli amici, sarà bene non farne un dramma e magari proporgli di passarlo a prendere per vivere il resto della serata insieme. Sostanzialmente, il principio su cui fondare il nuovo rapporto con i figli, da padre separato, è quello di non cambiare le regole educative che erano state applicate fino al momento della separazione. E’ sempre bene ricordare che, probabilmente, la risposta più efficace a tutte queste situazioni incresciose è il cosiddetto “affidamento congiunto”. Alternativa ancora troppo poco diffusa tra le coppie che si separano: secondo i dati Istat, solo il 3,9% delle coppie lo ottiene, L’affidamento congiunto consente la presenza di entrambi i genitori nella vita quotidiana del bambino. Così, se il papà accompagna il bambino a scuola, la mamma lo va a riprendere. Per attuare questo progetto è necessaria, ovviamente, una buona armonia tra gli ex coniugi, cosa che spesso, purtroppo, non succede lasciando il posto a ripicche e rappresaglie. Sempre a scapito dei figli.
fonte: guidagenitori.it
articolo di Enrico Massi
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