"Alla redazione di Paternità Oggi è giunta la segnalazione di questo articolo. Sempre pronti a creare dibattiti, abbiamo deciso di pubblicarlo. Speriamo di sentire la vostra opinione a riguardo. Inizialmente l'intenzione era di mettere solo una parte di questo articolo, ma reputiamo che le opinioni vadano sempre rispettate, anzi, attraverso questo interessante articolo di Roberto Castelli (presidente di www.genitorisottratti.it) vorremmo sentire cosa ne pensate voi, lettori di paternitaoggi.it"
Alcuni degli aspetti che rappresentano la spina dorsale del pregiudizio sono certamente l'incomprensione, la mancata informazione, l'inconsapevolezza e la convinzione arcaica che il simbolo complesso rappresentato dalla parola "figlio" sia legato indissolubilmente alla sola e solitaria unicità della figura materna.
Questo preconcetto trova spazio comunemente nella convinzione più radicata che fa parte della cultura inconscia dell'uomo. L'insieme delle convinzioni che costituiscono questi mattoni fondamentali che governano la nostra vita di relazione, sono gli stessi che dipingono interiormente la struttura della società, e contribuiscono a formare interiormente la fotografia mentale del concetto di famiglia, attribuendo compiti e ruoli che si spalmano poi sul nucleo parentale e per estensione rivestono l'intera comunità.
Questa costruzione mentale, questa foto immaginaria spesso condivisa e frutto di sedimentazione di esperienze ed emozioni comuni e semplicemente di un'educazione tramandata da generazioni, serve ad attribuire ruoli e compiti ed è indispensabile per organizzare la vita. Diviene altrettanto indispensabile però accorgersi che i cambiamenti che la società affronta e che vanno a ridefinire l'assetto dei costumi, da 30/40 anni a questa parte, hanno subìto una notevole accelerazione, con un effetto diretto nella ripartizione di compiti e ruoli famigliari, proporzionale all'adattamento progressivo a nuovi stili di vita, dettati dalle nuove necessità.
Aggiornare con consapevolezza la visione della famiglia è dunque un passo indispensabile che comporta una specie di corso di aggiornamento rivolto alla percezione interiore che si ha del "consueto ritratto famiglia": questo vale per i sociologi, per i consulenti e i mediatori familiari e per coloro che trattano professionalmente le famiglie, ma anche per chi ha che fare con i nostri figli, come la scuola o strutture similari.
Cambiano le relazioni e le dinamiche che governano il nucleo famigliare integro o separato che esso sia, ridefinendo spesso la relazione fra i ruoli, sovvertendo spesso le più comuni competenze padre/madre, ma anche sottolineando come strategico e funzionale l'affidamento dei figli ai nonni soprattutto in orario lavorativo; nonni dai quali i bambini assorbono una cultura esperienziale e narrativa dall'indubbio fascino per la loro crescita e preparazione immaginifica del mondo che li accoglierà.
Occorre far i conti con la coscienza, con la consapevolezza, con le convinzioni radicate in noi che ci hanno aiutato a dipingere e definire la società fino a ieri: almeno alcune, non sono più le stesse di oggi. Necessita un restyling che coinvolga le fondamenta della consapevolezza e che rappresenta un lavoro impegnativo, una sostituzione di files di pensiero estremamente doverosa rispetto ai ruoli genitoriali, maschili e femminili, nell'osservazione del nucleo famigliare, pena la mancata capacità di osservare la scena con la dovuta obiettività e la conseguente reattività nella comprensione di fenomeni, con reazioni inadatte.
Essere obiettivi, dunque, ci permette di rispondere con adeguatezza e con la dovuta agilità mentale ad avvenimenti e situazioni che a volte possono disorientare o che, come accade nella maggioranza dei casi, si cerca di ricondurre a schemi predefiniti, schemi che fanno parte proprio di quella cultura interiorizzata sopra citata, analoga per trasposizione a quella dell'animale selvatico, per il quale l'odore di fumo significa "incendio", ovvero fuga. Più complesso è il diagramma cognitivo per l'essere umano quando si trova a valutare situazioni legate alla propria prole e alle relazioni con l'altro sesso.
Uomo e Donna, Padre e Madre, rapporti che determinano la continuità della specie, esattamente come per gli altri animali. Entrambi indispensabili protagonisti chimici della vita, entrambi indispensabili fautori della crescita della specie umana. Entrambi abili, oggi più che mai, per produrre prosperità e miseria, crescita personale o annichilimento, vita o morte. Entrambi - Yin e Yang - coinvolti in una rivoluzione relazionale che traccia un solco e spezza una linea di continuità col passato, almeno per l'atteggiamento nell'ambito dei ruoli, verso la famiglia ed i figli.
Lo sguardo sui luoghi comuni ci viene in aiuto, scuotendoci, quando coglie quegli aspetti che ci paiono controversi, apparentemente bizzarri o contro-natura. L'informazione globale ci permette di raccogliere in pochi attimi informazioni di "settore" provenienti da tutto il mondo ed allargare così la visione su temi apparentemente rari. Lo sguardo ci rivela che il concetto di rarità, perde la sua valenza, se la visione si allarga e con essa la nostra percezione diviene più vasta e quindi certamente più obiettiva. La misurazione cambia, si passa dal centimetro al metro, dal paese/citta al continente, espandendo lo sguardo per accogliere con allargata consapevolezza alcuni fenomeni.
Vogliamo introdurre e focalizzare uno sguardo che da qualche tempo i media stanno adottando per esplorare quegli aspetti della vita sociale che emergono prepotenti, offrendoci la possibilità di riflettere sui "luoghi comuni" che quì "vanno a farsi friggere" e sulle comuni consapevolezze che pilotano il giudizio della maggior parte delle persone, in base a schemi consolidati; appunto: pregiudizi.
Pur nel profondo rispetto delle valenze di entrambi i ruoli genitoriali e quindi della genitorialità post-separativa, o bigenitorialità, ci poniamo e al contempo vi poniamo, come osservatori di un fenomeno globale che balza alle cronache sempre più frequentemente, senza voler fare discriminazione sessista: la violenza sui minori perpetrata dalla componente materna.
Vogliamo aprire con una dichiarazione dell'ordine degli avvocati matrimonialisti italiani:
< Ogni 6 giorni un bambino viene ucciso dalla madre> (AMI 2008) offrendovi uno spezzone del TG2 del 23 Aprile 2010 un breve filmato:
ma la violenza verso i figli conosce anche altre derive
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201004articoli/54370girata.asp
O come dicono le statistiche, questo tipo di violenza definitiva, è in crescita:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/04/26/visualizza_new.html_1766324941.html
Oppure si osserva, il ribaltamento di comportamenti e presunti ruoli:
Dunque, aprire la mente significa accogliere nuove consapevolezze e comprendere cosa significhino società e famiglia e, senza timore, non discriminare più un sesso o l'altro pregiudizialmente o aggiudicare in caso di separazione i figli alle sole mamme, come ad un lotteria truccata e con una consapevolezza arcaica, perchè fino a prova contraria entrambi i generi sono depositari di valori e capacità, ed oggi più che mai entrambi i genitori sanno accudire i figli e crescerli; ma soprattutto i figli hanno bisogno di entrambi i genitori come loro primario beneficio, per crescere ed accedere ad entrambi nel modo più equilibrato possibile, che non significa affatto 20% e 80%.. come le sentenze di affido condiviso comportano oggi.
Roberto Castelli
Presidente Ass. Genitori Sottratti
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