In questi ultimi anni il fenomeno del bullismo ha assunto proporzioni preoccupanti e le cronache riportano quasi ogni giorno di fatti spiacevoli legati a questo tipo di violenza. Spesso, a rimetterci sono i più deboli. In questo caso bambini e ragazzi giovani. Ma perché a tanti ragazzini piace fare i bulli? Secondo una nuova ricerca, pubblicata recentemente sulla rivistal Youth and Society, la colpa potrebbe essere dei papà, o per meglio dire della mancanza dei papà.
«Il nostro comportamento è guidato dalla personale percezione del mondo, quindi se i bambini si sentono di non ricevere abbastanza tempo e attenzioni da parte dei genitori poi questi sentimenti devono andare da qualche parte e far la comparsa durante l’interazione con i coetanei», spiega il sociologo della Vanderbilt University (Usa), Andre Christie- Mizell.
Per capire meglio il motivo che spinge i bambini al bullismo, i ricercatori si sono posti due domande fondamentali:
- Qual è il rapporto tra il numero di ore di lavoro dei genitori e il comportamento degli adolescenti (bullismo)?
- Qual è il rapporto tra comportamento e la percezione da parte dei giovani bulli della quantità di tempo che i genitori trascorrono con loro?
Secondo Christie-Mizell, e dai risultati emersi dalla ricerca, il maggior impatto sul bullismo sarebbe dato dalla quantità di tempo trascorsa con il padre.
Per arrivare a tali conclusioni sono stati seguiti quasi 700 bambini di un età compresa fra i 10 e i 14 anni che vivevano in casa con entrambi i genitori.
Il comportamento da “bullo” è stato misurato su una scala basata sul Problem Behavior Index (BPI), una scala che prende in considerazione i comportamenti atipici dei bambini. La media delle ore di lavoro dei genitori di bambini che presentano questo genere di comportamento, era di una media del 50 percento per gli uomini e del 40 percento nelle donne. Questo fattore, secondo i ricercatori, influirebbe molto sugli episodi di bullismo scatenati dai figli.
Incolpare il padre o la madre, quando un bambino si comporta male è molto facile. Tuttavia, spesso è proprio dalla propria famiglia che nascono i problemi peggiori. Ma non è solo colpa del lavoro. Sovente è anche colpa delle attenzioni che il figlio riceve quando è insieme al genitore. Se è pur vero che in alcuni casi non si può evitare di star fuori casa per parecchie ore, è anche vero che quel poco tempo che si ha a disposizione, si potrebbe usare per interagire con il proprio figlio.
L’istinto “egoistico” del bambino è innato. Ha bisogno di molte attenzioni e affetto per crescere. Se questi fattori gli vengono a mancare, è ovvio che li va a cercare disperatamente altrove. E a volte usa questi espedienti - non molto carini – per ottenere quello che gli manca. Se abbiamo solo la sera da dedicare ai nostri figli, forse sarebbe il caso di provare a spegnere la televisione e offrire il massimo della nostra attenzione a una storia vera: quella della nostra famiglia.
lastampa.it
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