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30/09/2010
Eugenio Costa propone una casa per i papà separati anche a Ravenna
Eugenio Costa, capogruppo consiliare di Forza Italia-PdL in consiglio comunale, propone "una casa per papà rovinati dal divorzio".
"Nella stragrande maggioranza dei casi di separazione di genitori con prole - spiega Costa - la casa viene assegnata alla madre perchè possa continuare a viverci con i figli.
Spesso il padre si trova così in mezzo alla strada, costretto magari a pagare anche le rate del mutuo della casa che non può più abitare e alla ricerca umiliante di una sistemazione di fortuna.
In tanti casi la separazione e il divorzio portano alla rovina, non solo economica, di padri che non hanno le possibilità economiche di pagare un affitto e, pertanto, si trovano nella impossibilità di poter incontrare ed anche ospitare adeguatamente i loro figli.
I padri che si trovano in questa situazione corrono anche il rischio di essere marginalizzati dalla vita cittadina, con gravi danni sia per loro sia per i loro figli.
Sono convinto che il Comune si debba anche preoccupare di offrire un tetto ai padri separati in difficoltà, ed anche di tutelare il loro legame con i figli, aiutandoli a superare situazioni di fragilità e disagio che esperienze traumatiche come la separazione comportano.
Perchè a Ravenna non seguiamo l'esempio di Roma? Il Comune di Roma, primo in Italia, ha pensato di privilegiare fino in fondo il legame tra i genitori che sono stati costretti ad allontanarsi dalla casa coniugale ed i loro figli, e lo ha fatto consentendo a 20 padri di avere un appartamento arredato, anche se di dimensioni ridotte, dove poter ospitare i figli che non vivono più con loro.
La lodevole iniziativa del Comune di Roma offre la possibilità a questi padri separati, temporaneamente in difficoltà economiche, di poter rimanere nell'appartamento per un periodo massimo di 12 mesi, salvo eccezioni documentate e autorizzate.
Ogni papà paga al Comune un contributo mensile di 200 euro, comprensivo delle utenze, e può usufruire di assistenza in tanti campi, dalla ricerca di un lavoro all'assistenza psicologica.
Non mi risulta che a Ravenna ci siano strutture di accoglienza che consentano a padri separati di tenere con sé i propri figli.
Sono pertanto convinto che un'iniziativa analoga a quella romana possa essere adottata in via sperimentale anche a Ravenna, dove anche qui di padri in grosse difficoltà dopo la separazione/divorzio ce ne sono tanti, e buona parte di questi si vergogna di far sapere di essere in quelle condizioni, mettendo ulteriormente a rischio il loro legame familiare con i figli".
In tanti casi la separazione e il divorzio portano alla rovina, non solo economica, di padri che non hanno le possibilità economiche di pagare un affitto e, pertanto, si trovano nella impossibilità di poter incontrare ed anche ospitare adeguatamente i loro figli.
I padri che si trovano in questa situazione corrono anche il rischio di essere marginalizzati dalla vita cittadina, con gravi danni sia per loro sia per i loro figli.
Sono convinto che il Comune si debba anche preoccupare di offrire un tetto ai padri separati in difficoltà, ed anche di tutelare il loro legame con i figli, aiutandoli a superare situazioni di fragilità e disagio che esperienze traumatiche come la separazione comportano.
Perchè a Ravenna non seguiamo l'esempio di Roma? Il Comune di Roma, primo in Italia, ha pensato di privilegiare fino in fondo il legame tra i genitori che sono stati costretti ad allontanarsi dalla casa coniugale ed i loro figli, e lo ha fatto consentendo a 20 padri di avere un appartamento arredato, anche se di dimensioni ridotte, dove poter ospitare i figli che non vivono più con loro.
La lodevole iniziativa del Comune di Roma offre la possibilità a questi padri separati, temporaneamente in difficoltà economiche, di poter rimanere nell'appartamento per un periodo massimo di 12 mesi, salvo eccezioni documentate e autorizzate.
Ogni papà paga al Comune un contributo mensile di 200 euro, comprensivo delle utenze, e può usufruire di assistenza in tanti campi, dalla ricerca di un lavoro all'assistenza psicologica.
Non mi risulta che a Ravenna ci siano strutture di accoglienza che consentano a padri separati di tenere con sé i propri figli.
Sono pertanto convinto che un'iniziativa analoga a quella romana possa essere adottata in via sperimentale anche a Ravenna, dove anche qui di padri in grosse difficoltà dopo la separazione/divorzio ce ne sono tanti, e buona parte di questi si vergogna di far sapere di essere in quelle condizioni, mettendo ulteriormente a rischio il loro legame familiare con i figli".
ravennanotizie.it
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