"N.d.R. Spesso una coppia che sta insieme da tanti anni, si perde. Spesso ci si chiede come sia potuto accadere. Dove è finito quell'amore che aveva portato al matrimonio, che aveva spinto ad avere figli? Questo articolo trovato nel web prende in considerazioni una serie di aspetti che spesso di sottovalutano. Anzi spesso si pensa che nella propria famiglia non accade. Vorrei "sfidarvi" ad analizzare in maniera meno "borghese" la vostra famiglia e i percorsi che avete intrapreso insieme"
Individualità
L’individualità non va confusa con l’individualismo.
Essa significa la possibilità di autonomia psicologica che una persona può avere.
La persona che sa vivere in autonomia ha la possibilità di viversi un’alterità, occorre essere consci della propria identità prima di raggiungere un altro, altrimenti è un fuggire da sé per affidarsi all’altro, e ciò significherebbe mettersi in atteggiamento di difesa, più che di dono. Il rapporto sarebbe stabilito in termini di sicurezza o gratificazione poggiate sull’altra persona più che sul dono di sé.
Chi riesce ad essere veramente sé stesso ha anche la disponibilità ad essere per l’altro. Solo così può essere realizzata la gratuità del dono di sé.
Né l’attaccamento eccessivo a sé né quello morboso all’altro realizzano l’amore. L’equilibrio tra amore di sé e amore per l’altro, la duttilità tra essere autonomo e insieme donativo formano la coppia.
Sè stesso e l'altro
L’essere sé stessi non impedisce di essere in contatto con l’altro, anzi ciò lo favorisce.
Due “sé stesso” formano una coppia, se si può dire perfetta. Ognuno dei due rispetta la propria intima autonomia e quella dell’altro e solo così può esservi una crescita.
L’essere insieme non è lo scopo dei due, ma piuttosto è di cercare insieme il raggiungimento di determinati valori. Se la coppia si pone come fine lo stare insieme, facilmente avviene la manipolazione reciproca con l’arresto di crescita interiore sia dei due insieme sia del singolo.
Ognuno dei due ha la necessità di andare avanti da solo in concomitanza con l’altro, senza che ciascuno di loro si posi sull’altro. Non si può fare tutto in comune, pensare alla stessa maniera; occorre individualità che regoli l’unione.
Ciò significa che ognuno può e deve nutrire i propri ideali, cercare di perseguirli e porvi tutta l’energia personale per raggiungerli. Quando il raggiungimento di essi viene frustrato o per inabilità o per circostanze non previste, l’altro non può essere il sostegno per smaltire i propri dissapori.
Allora se nella coppia non è bene che uno si poggi sull’altro per quale motivo si sta insieme?
Crescere insieme significa che ognuno dei due miri ai propri ideali facendoli collimare con quelli dell’altro. Anzi l’amore vero per l’altro rispetta la sua autonomia, cerca di farla accrescere e in essa cresce e potenzia la propria autonomia e l’unione con l’altro.
Autonomia e unione
L’essere sé stesso porta ogni componente della coppia a contribuire all’arricchimento di essa, perché l’individuale fa crescere il collettivo.
Quando più si evolve e cresce l’individuo tanto più ciò avviene nella coppia e quanto più essa si eleva, tanto più può elevarsi il singolo.
Questo è un processo concatenato che ha però bisogno di equilibrio in modo che non vi siano accesi individualismo né sterili appiattimenti di coppia.
L’aiuto reciproco a crescere, legato al processo individuale agevola il mantenimento della novità, attraverso la quale la coppia vive e si attua.
Così l’amore non può morire, non si isterilisce, è semplicemente dinamico, che mira ad attuare e raggiungere sempre più nuove mete.
Diversamente vi sono gli stereotipi della famiglia.
Eccone alcuni con la relativa considerazione.
- La famiglia si regge quando si raggiunge una stabilità: Non si può concepire una famiglia statica, sarebbe inesistente. La dinamicità le assicura nel tempo la sua stabilità ed evoluzione.
- La riuscita del matrimonio è questione di fortuna: La famiglia per crescere ha bisogno dell’integrazione tra le diverse persone di essa e attraverso il continuo avvicendarsi dei contatti tra loro ne scaturisce un bene comune e abbastanza duraturo.
- Nella vita a due più facilmente si mettono in evidenza gli elementi meno esaltanti: Ciò non serve alla coppia perché la deprime e le impedisce un cammino sereno. Sarebbe più opportuno manifestarsi e fondarsi sulle esperienze positive comuni.
- Sembra che, se una coppia non sta bene insieme, l'esperienza extraconiugale o il divorzio possano risolvere il loro problema: Più delle volte capita di scegliere persone molto simili a quelle messe da parte. Generalmente si sceglie il partner secondo le proprie esigenze e formazione del proprio “io”. Con questo meccanismo si “cade dalla padella nella brace”.
- Nella famiglia tutti debbono fare allo stesso modo: Se non c’è diversità, quale confronto può esservi per attingere ed attuare nuovi modelli.
- Nel matrimonio è necessario che vi siano le stesse visuali: L’essere complementari, come sono i coniugi, implica la differenziazione, non solo di personalità, ma anche di ruoli.
- L'amarsi implica la vicendevole intuizione dei rispettivi problemi: Ciò non è possibile in una famiglia con problemi, e quale non ne ha.
Non si può, in senso generale, attribuirsi o attribuire la possibilità di essere onnipresente nel problema dell’altro, senza correre il rischio di essere invadente per l’altro e di trovarsi a riconoscere di aver visto male.
- Un figlio salva il matrimonio: No, perché se la coppia non ha saputo salvare sé stessa, non ce la farà neanche a salvare il figlio. Esso, con molta facilità, potrà diventare “il capro espiatorio” della conflittualità non risolta.
- La famiglia è un'oasi di felicità e di gratificazione: Ciò è falso perché essa, se è dinamica, porta conflitti ed essi, bene affrontati, costruiscono la crescita.
- Nella famiglia non devono esserci discussioni: Solo se si discute si chiarisce e se si chiarisce si cresce.
- L'intesa sessuale produce un matrimonio tranquillo: E’ il matrimonio equilibrato che favorisce anche il sereno rapporto sessuale.
- La tendenza che nelle discussioni uno dei due ne esca vittorioso: Non è corretto che uno dei due riporti la vittoria sull’altro; invece è essenziale che vinca la vita di coppia.
- Non c'è bisogno di prepararsi per essere marito e moglie: Il “chi fa da sé fa per tre” non è ammissibile anche in questo campo. E’ necessario arrivare con un discreto bagaglio di conoscenze e di esperienze, che necessariamente, nel matrimonio vanno continuamente affrontate.
- Se l'andamento familiare non funziona si rivà ai problemi passati: E’ un atteggiamento negativo, sia perchè molte cose non dipendono dal passato, sia perché, in questo caso, del passato si prende solo spunto per ciò che non ha funzionato.
- Un disguido familiare ha come fondamento la colpa di un coniuge: Così significa trovare nella famiglia un “capro espiatorio”. Se qualcosa non va è perché tutti i componenti della famiglia ne sono implicati.
fonte: consultorio-famiglia-giovani.it
articolo di Domenico Correra S.J.
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