In Italia circa 3.500.000 di persone - vale a dire il 9% della popolazione adulta – soffre di emorroidi, un problema non sempre affrontato, ma in grado di compromettere pesantemente la qualità della vita.
Ogni anno, nel nostro Paese, vengono effettuati circa 38.000 interventi chirurgici per il trattamento delle emorroidi: tra le regioni più sensibili troviamo la Lombardia, che conta più di 7.000 interventi l’anno, seguita dal Lazio con 3.923 e dalla Campania con 2.554 interventi. I pazienti sono soprattutto uomini, con 20.925 interventi, contro i 13.197 delle donne. La maggior parte ha tra i 15 e i 64 anni (28.559), mentre gli over 65 sono solo 5.549.
Sul totale dei trattamenti, il 68% (26.000) sono eseguiti con la tecnica dell’emorroidopessi, che permette di riposizionare il tessuto in eccesso, evitando l’asportazione delle emorroidi. Questa tecnica è destinata a migliorare ulteriormente grazie alla recente introduzione sul mercato di un dispositivo chirurgico super-tecnologico che rappresenta l’evoluzione delle suturatrici meccaniche.
Questo strumento garantisce un migliore accesso ai tessuti prolassati grazie alla sua testina rimovibile e un controllo ottimale della strumentazione per il posizionamento della stessa. Favorisce, inoltre, una migliore visibilità al chirurgo, permette di ridurre il sanguinamento, contribuendo a migliorare i risultati dell’intervento.
L'emorroidopessi, ideata una decina di anni fa dal medico italiano Antonio Longo, si è ormai ampiamente diffusa in Italia e all’estero. I vantaggi sono rappresentati dalla riduzione del dolore post-operatorio rispetto alle tradizionali procedure chirurgiche, ripristino anatomico e funzionale del canale anale, dalla riduzione della degenza ospedaliera e un conseguente rapido ritorno del paziente alla normale attività.
fonte: sanihelp.it
articolo di Roberta Camisasca
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