Una culla vuota accanto al Duomo e davanti l'arcivescovado di Catania. E' la protesta di un impiegato di 25 anni, Marcello Mancarella, che non riesce a ottenere il riconoscimento di paternità di una bambina nata la settimana scorsa da una relazione con una 23nne palermitana. "E' l'ultimo tentativo che faccio, cercando di sollecitare la carità cristiana - annuncia - dopo sarò costretto ad adire le vie legali al Tribunale per i minorenni di Palermo". Secondo quanto ricostruito dal suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera, i due si erano conosciuti su una nave da crociera, sulla quale lavoravano. Scattato l'amore avevano avviato una convivenza a Catania.
La giovane è rimasta incinta e negli ultimi mesi della gravidanza si è trasferita in casa dei genitori. "Da quel momento - aggiunge il penalista - il mio assistitito non ha più visto né sentito né la compagna, e neppure la figlia. E gli è stato impedito di riconoscerla" "Non so neppure come hanno chiamato la bambina - sottolinea Mancarella - avevamo progettato di chiamarla Asia. Quello che so é che non mi è stata data l'opportunità di vederla, baciarla, stringerla a me nonostante tutti gli appelli fatta alla madre. Per questo - conclude l'uomo - mi affido alla Chiesa, affinché le parole di qualche uomo di Dio possano far rinascere nell'animo della madre di mia figlia la pietas cristiana che la aiuti a comprendere il bisogno che io ho di mia figlia e che lei ha di me".
ansa
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