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Home Page > NEWS > Articolo Inserito il  16/08/2010

Da Milano a Cefalù a piedi con la croce sulle spalle per rivedere i suoi figli  
Paternità Oggi - Da Milano a Cefalù a piedi con la croce sulle spalle per rivedere i suoi figli

«Nomen omen», direbbero i romani antichi. E mai locuzione latina sarebbe più centrata perchè Salvatore, che di cognome fa Glorioso, muratore siciliano emigrato a Milano, è stato fermato ieri con una gigantesca croce di legno sulle spalle - alta 4 metri, larga 2, pesa 25 chili - mentre camminava sulla superstrada Aurelia, nei pressi di Torrimpietra-Aranova, a nordest della Capitale. Gli agenti della polizia stradale, sorpresi e incuriositi, gli hanno offerto acqua e panini in una vicina stazione di servizio, poi lo hanno lasciato ripartire.

PELLEGRINAGGIO - Salvatore sta percorrendo - in una sorta di pellegrinaggio penitenziale - gli oltre mille chilometri da Milano a Cefalù. Tutti a piedi, trascinando la sua grossa croce in legno: per non rischiare di cadere a terra sfinito dalla fatica, ha pensato bene di applicare al suo personale strumento di passione un paio di rotelle: una trovata che non è piaciuta ai vigili urbani di un paese prima del Po.
Lo hanno fermato e multato perché non indossava il giubbetto catarifrangente e gli hanno sequestrato la croce, considerata «mezzo mobile» per via delle ruotine sull’asse più lungo. Pagato il dissequestro, il pellegrino (partito da Milano, dove emigrò trent’anni fa) si è rimesso in strada, con l’Urbe come meta intermedia prima di arrivare a Cefalù, dove è nato.

La durissima penitenza di Salvatore — che in media copre ogni giorno circa 25 chilometri, scarpinando — è nata quando il cinquantunenne muratore ha deciso di fare un voto: «Un voto — ha spiegato sabato agli agenti della Polstrada sull’Aurelia — per incontrare i miei figli che non vedo più dal giorno del divorzio».
Glorioso è ripartito trascinando la croce e camminando al contrario del senso di marcia, esattamente come prevede il codice della strada. Semmai ora è la stanchezza a farsi sentire: «Ho il ginocchio infiammato. E dormo all’addiaccio».

corriere.it

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