Padri lacerati dall'assenza dei figli. Papà assenti o disertori e comunque incapaci di un qualsiasi ruolo normativo. Papà soli ed esemplari. Papà "nuovi" e soavemente maternizzati, esperti di bagnetti e fiabe ma poco autorevoli. Il tema è vastissimo, dalle conseguenze impersrutabili, e piace alla sociologia moderna.
Chi sono i nuovi padri e come se la cavano quando si ritrovano soli nel compito di crescere i figli? Volerli inquadrare dentro la scatola delle teorie è come voler chiudere il vento in un cassetto. Missione impossibile. Perchè dei padri, come dell'effetto serra, del tradimento e degli investimenti immobiliari si può dire tutto e l'esatto contrario. E perchè ogni papà è una storia a sè.
Più facile , invece, è individuare un comportamento maschile che lentamente si fa strada nel comune modo di vivere e sentire la paternità.
La prima, vera, rivoluzione copernicana che riguarda i padri è partita dalle aule dei tribunali con la Legge 54 del 2006 sull'affidamento condiviso. La norma che sancisce il principio della bigenitorialità e stabilisce che il minore ha diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo sia con la madre sia col padre ha accelerato e incoraggiato "culturalmente" la rivoluzione dei tempi.
La metamorfosi in cifre
"I dati di cui siamo in possesso riguardano solo il 2006 e dunque solo dieci mesi di applicazione, ma credo che siano indicativi del processo di civiltà e di modernizzazione che ha innescato la legge", spiega l'avvocato Grazia Cesaro, vicepresidente della Camera dei Minori di Milano.
"Nella mia esperienza ho notato che quello che era un principio inizialmente imposto dal tribunale sta diventando un nuovo approccio al problema e un nuovo modo di pensare. E' cambiato il punto di partenza di tutti i ragionamenti: non è più data per scontata la supremazia assoluta e incontestata della madre. Tanto che i giudici, dopo l'entrata in vigore della legge, quando vedono che viene richiesto l'affido esclusivo vogliono conoscerne i motivi e in alcuni casi intervengono a modificare", spiega la Cesaro.
"E' vero che il collocamento prevalente rimane con la madre, ma ora per il padre è più facile trovare modalità di frequentazione più ampie. E comunque mi sembra di vedere maggiore disponibilità anche da parte delle madri", dice il legale.
I dati Istat dicono che più aumenta l'età dei figli, maggiori sono i casi in cui i ragazzi rimangono col padre (minori sino a 5 anni 1,4 per cento dei casi, minori con più di 14 anni 4,5 per cento degli affidamenti esclusivi nelle separazioni e 6,5 per cento nei divorzi).
L'affido condiviso ha abbattuto l'affidamento esclusivo alle madri: si è passati dall'80,7 per cento del 2005 al 58,4 per cento del 2006. L'affidamento congiunto nel 2006 è stato applicato nel 38,8 delle separazioni . I figli coinvolti nella crisi coniugale de genitori sono stati 144.684. La frequenza di visita del genitore non affidatario nel 56,8 per cento delle separazioni è tra i due e i sei giorni, nel 20,3 per cento dei casi è una sola visita settimanale e nel 14,5 per cento dei casi c'è un afrequenza giornaliera.
Alessandro Rosina, professore associato di Demografia all'Università Cattolica di Milano, in un suo studio condotto con l'Istat, Diventare padri in Italia, sottolinea come tra il 1998 e il 2003 i padri soli non vedovi sono aumentati del 31 per cento.
Erano 285 mila nel 1998 e sono diventati 340 mila nel 2006.
Un'analisi dell'uso del tempo evidenzia però ancora una forte asimmetria tra l'impegno delle donne e degli uomini: in termini di ore, in una giornata tipo, il padre solo dedica alla famiglia due ore e 15 minuti (contro un'ora e 50 dei padri in coppia) mentre una donna sola 5 ore e 10 (contro le 6 ore e 40 di una madre in coppia).
"L'Italia ha una peculiarità rispetto agli altri Paesi europei", spiega Elisabetta Ruspini, sociologa dell'Università di Milano Bicocca, curatrice assieme a Francesca Zajczyc del volume Nuovi padri? Mutamenti della paternità in Italia e in Europa.
I più vecchi d'Europa
"Questa peculiarità si chiama familismo e consiste nell'enfasi fortissima data ai valori e alle tradizioni famigliari. I nostri padri sono i più vecchi d'Europa perchè si sganciano dlla dipendenza famigliare molto tardi, sono uomini che diventano adulti tardi, si sposano tardi e fanno figli tardi. Mentre per le donne arrivare tardi alle nozze rappresenta un tuffo nel futuro perchè indica che si è scelto di abbandonare il modello vecchio della famiglia per investire su di sè - negli studi e nella carriera- per l'uomo si tratta di un retaggio del passato.
Hanno sempre pensato a se stessi e continuano a farlo. "E' vero però, che è in atto un mutamento sociale e psicologico: i padri stanno cambiando. E' in crescita il desiderio di prendersi cura dei figli perchè i bambini sono percepiti come un vero e proprio "tesoro": se ne fanno di meno, ma si progettano e si desiderano con coscienza e su di loro si investe tantissimo. I nuovi padri accettano e desiderano delle relazioni con i figli non più mediate dalle donne.
"Quasi tutti i padri che abbiamo intervistato per il nostro libro hanno espresso due concetti importanti: il primo è che vogliono avere coi loro figli il rapporto che loro non hanno mai avuto col proprio padre. Il secondo, e riguarda i padri separati, è che stando soli hanno riscoperto delle capacità di cura e una dimensione personale che in famiglia era soffocata dalla presenza della madre, spesso critica sul loro operato. La maggior parte degli uomini ha concluso che quando stava con la moglie "non andava mai bene niente. E quindi io lasciavo fare a lei. Adesso sono solo e me la cavo".
Tiberio Timperi, conduttore di Mezzogiorno in famiglia, forte della sua esperienza di papà separato ha scritto insieme all'avvocato matrimonialista Maria Pia Sabatini Amarsi sempre. Sposarsi?
"Per mestiere faccio comunicazione e ho sentito la necessità di trasformare quello che ho vissuto in prima persona in una testimonianza che vuole essere il punto di partenza di una battaglia" , spiega Timperi che ha fondato assieme a degli esperti il sito www.genitoriitaliani.it
"Vorrei riuscire a creare una sorta di Federcasalinghe dei papà e delle mamme separate, un movimento d'opinione che possa sottoporre alla istituzioni il problema della legge sul divorzio. Quando ti separi oltre al dolore scopri che dovrai affrontare una battaglia durissima : io ho toccato con mano la lentezza dei tribunali, i costi legali esorbitanti, la disfatta di una legge che privilegia sempre la madre e, di fatto, le dà gli strumenti per toglierti tuo figlio. Ci sono donne, per fortuna una minoranza, che usano il matrimonio come un metodo per ottenere una rendita vitalizia. Il vero debole è il papà che in un colpo secco perde i figli, la casa e gran parte del suo reddito.
La battaglia di Timperi
"Io mi sto battendo per una legge che introduca i patti prematrimoniali e affinchè venga rivisto il diritto di famiglia" dice Timperi, che tra una trasmisisione e l'altra si prende cura del suo bimbo di 4 anni e mezzo.
"Mi sono separato che aveva 14 mesi e dunque ho imparato subito a preparargli le pappe, a cambiargli il pannolino e fargli il bagnetto. Daniele è la più grande gioia della mia vita", dice Tiberio.
"L'aspetto che soffro di più del divorzio", gli fa eco Stefano Bettarini, ex marito di Simona Ventura "è la sera. Tornare a casa e non trovare i tuoi figli è un pugno nello stomaco: Non ti abitui mai" confida Stefano. "Io sono riuscito a costruire con Simona un buon rapporto e dunque non ho orari o giorni fissi per andare dai miei bimbi e questo ha facilitato le cose a loro e a me", racconta l'ex calciatore. " Credo che se fossi uno di quei padri cui viene negato il diritto di stare con i figli impazzirei", dice Bettarini.
"Il padre è chi trasmette il programma di vita, la lungimiranza, i valori e chi insegna a disciplinare l'istinto. Io nono trovo tanto decisivo il padre in carne e ossa quanto la presenza di un principi opsichico che educhi al rapporto con la società" spiega in un'intervista Luigi Zoya autore de Il gesto di Ettore, Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre (Bollati Boringhieri). Il titolo è presto spiegato: "Il gesto di Ettore è quello semplice di sollevare il figlio al cielo pregando Zeus che lo renda migliore di lui".
Non a caso i padri quando giocano sollevano i figli verso l'alto, come a lanciarli verso il mondo. E le madri invece li stringono al petto. Come a proteggerli dentro a un nido.
fonte: blog.oggi.it
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