"Mio padre aveva gia' previsto drammaticamente quello che sta succedendo alla cultura nel nostro Paese e come ha detto mia sorella Paola, andava ripetendo: continuiamo a fare questo mestiere bellissimo finche' ce lo fanno fare". Lo ha detto Alessandro Gassman durante il convegno 'I Gassman, di padre in figlio - tra cinema, teatro e letteratura' in corso ad Assisi nell'ambito della Rassegna Primo Piano sull'Autore. Ricordando la figura di Vittorio Gassman, i figli Alessandro e Paola hanno sottolineato la sua capacita' di vedere oltre la realta' presente, come aveva fatto in molti suoi film, e di comprendere in anticipo che la situazione della cultura in Italia era destinata a vivere un periodo di grave crisi.
"Io vivo un momento particolarmente fortunato della mia carriera che coincide con quello meno fortunato per il Paese, dove il comparto della cultura e' quello che se la passa peggio", ha detto ancora Alessandro Gassman. "Il periodo in cui papa' ha lavorato e' stato un periodo eccezionale in cui si sono ritrovati per un alchimia miracolosa i piu' grandi autori e attori del mondo - aggiunge - ma la fortuna del cinema italiano e' stata anche quella di trovare persone che erano in grado di collaborare e di mettere il proprio talento ognuno al servizio degli altri.
Oggi purtroppo quel lavoro di gruppo e' venuto meno e spesso si sgomita invece di collaborare". Durante il convegno, preceduto da un omaggio a Suso Cecchi D'Amico, e' intervenuta anche Sandra Milo che ha voluto portare la sua testimonianza: "La prima volta che lavorai con Vittorio Gassman fu in 'Fantasmi a Roma' e il ricordo piu' forte che ho di lui fu di uno schiaffone, previsto dal copione, che mi diede veramente come solo un uomo sa fare. Infatti - ha precisato - secondo la sceneggiatura io dovevo dargli un buffetto, ma questa cosa a lui, in quanto uomo vero, proprio non andava giu'. Comunque l'ho perdonato".
agi.it
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