Secondo uno studio presentato oggi, 9 febbraio, giornata europea della Rete, in un seminario organizzato a Cagliari dall'Assessorato comunale delle Politiche scolastiche e dall'Ifos, l'Istituto formazione sardo, tredici studenti ogni cento sono vittime di violenza 'tecnologica'
Una volta dai compagni di scuola più violenti si potevano temere schiaffi o pettegolezzi diffamanti. Oggi, ai tempi di Internet e dei telefonini, le aggressioni passano attraverso Facebook, Youtube o i messaggini sms.
Secondo uno studio presentato oggi, 9 febbraio, giornata europea della Rete, in un seminario organizzato a Cagliari dall’Assessorato comunale delle Politiche scolastiche e dall’Ifos, l’Istituto formazione sardo, tredici studenti ogni cento sono vittime di violenza ‘tecnologica’. E’ il cosiddetto cyber-bullismo.
Tra i tanti esperti che hanno discusso del tema, è spiccata la presenza di Peter K. Smith, docente all’Università di Londra e coordinatore dei progetti europei in materia di cyber-bullismo. «Si tratta di prevaricazioni digitali – spiega Luca Pisano, psicologo e direttore dell’Ifos – che solitamente vengono attuate con le e-mail offensive, i video registrati all’insaputa del protagonista e poi caricati sul Web, o ancora con il ‘voto online’, con un giovane malcapitato che viene pubblicamente valutato da tutti i compagni di scuola».
I commenti piccanti, neanche a dirlo, si sprecano: specie quando la vittima è di sesso femminile. Durante il seminario sono stati distribuiti tre opuscoli con le istruzioni per difendersi da questi cyber-attacchi (uno per gli studenti, uno per i genitori e uno per i docenti).
«Le linee guida che proponiamo – spiega Delia Manferoce, responsabile dell’Ufficio programmazione scolastica del Comune di Cagliari – rappresentano la volontà delle istituzioni di intervenire su un fenomeno in espansione che necessità di essere affrontato in una prospettiva plurale, prospettando interventi di tipo preventivo». In ogni caso chi subisce violenze di questo tipo non deve attendere e può rivolgersi al Servizio di consulenza su bullismo e cyber-bullismo (progetto Peer to Peer), che risponde al numero 070.6776409 il lunedì, il martedì e il mercoledì dalle 9.30 alle 13.30.
Un esempio di cyber-bullismo è avvenuto proprio oggi a Napoli.
Un ragazzino di 13 anni, allievo di terza media dell’ Istituto dei Padri Salesiani nel quartiere residenziale del Vomero, è stato minacciato e picchiato da sei ragazzi che intanto lo riprendevano con gli I-Phone. Poi hanno pubblicato i filmati su Facebook.
Il 4 febbraio P. ha seguito la classe in palestra per l’ ora di educazione di fisica. Il gruppo ha cominciato ad insultarlo. Lui ha cercato rifugio su un muretto, ma uno dei bulli si è arrampicato per cercare di trascinarlo a terra, poi lo ha schiaffeggiato mentre un quinto compagno riprendeva la scena e lo avvertiva che avrebbe messo «tutto su Internet».
Alla scena hanno assistito alcune compagne che tifavano per i bulli. P. è caduto, ed è stato circondato e preso a calci. Mentre cercava di scappare è stato afferrato e messo a forza con la testa sotto il getto di una fontana. Poi il branco gli ha imposto di rientrare per ultimo in classe e qui, mentre si sedeva, gli hanno sottratto la sedia, facendolo cadere a terra. Dopo l’ ultimo episodio di violenza il ragazzo ha raccontato tutto alla madre, che ha presentato denuncia ai carabinieri.
I filmati, due, della durata complessiva di 1′30″ circa postati su Facebook il 4 febbraio, il giorno stesso delle violenze, sono stati rimossi il mattino dopo, ma la madre di P. é riuscita a salvarne le tracce, che ha consegnato ai carabinieri. Le minacce sono continuate via e-mail.
«Il video l’ ho pubblicato, adesso voglio vedere che cosa fai, se vai a piangere da tua mamma, ti picchio», gli ha scritto il capo dei bulli. Con lui si sono schierate alcune compagne. «Non ho mai conosciuto una persona così schifosa,ti odio con tutto il cuore, creaturo di m…non sai ke ti farei», ha scritto a P. una di loro.
Minacce sono arrivate anche alla madre di P. ma queste volta telefoniche e da parte del padre di uno dei bulli denunciati. Il preside della scuola ha convocato uno dei responsabili delle violenze. La madre di P., che ha inviato e al Direttore dell’ Istituto, un esposto, attende di conoscere i provvedimenti che saranno adottati, ma P. dopodomani sarà ritirato dalla scuola. «Hanno messo tutta la classe contro di lui – racconta – non è più possibile tenerlo lì». Dalla scuola, al momento, non è arrivata nessuna replica.
fonte: blizquotidiano.it del 9 febbraio 2010
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