Forse in pochi lo sanno, ma il padre lavoratore dipendente può fruire dei riposi giornalieri (una o due ore al giorno) per accudire i figli (nel primo anno di vita) nel caso in cui la madre lavoratrice dipendente non si avvalga di tale permesso: questo è previsto dalla legge sul congedo parentale del 2001. In virtù di una circolare dell’Inps del 25 novembre scorso a tale diritto possono accedere anche i padri le cui mogli sono semplicemente casalinghe (quindi non lavoratrici dipendenti).
Il caso è venuto alla ribalta dopo che Anna Pizzamiglio, residente a Valnegra, impiegata in uno stabilimento, giunta al termine del periodo di astensione facoltativa per maternità ha ripreso regolarmente a lavorare: ha deciso di rinunciare ai permessi di allattamento, per due ore giornaliere previste per legge fino al primo anno di età della figlia, a favore del marito Fabio Annovazzi, dipendente di un’azienda florivivaistica.
Però l'Inps di Zogno - ha raccontato la donna - le ha detto sostanzialmente che, poiché nessun uomo ha mai allattato, sembrava strano che suo marito avesse diritto di stare a casa dal lavoro. Contattato l'Inps di Bergamo, sono giunte rassicurazioni, ma per ora non è ancora giunta alcuna documentazione scritta.
Nel frattempo il marito ha iniziato ad assentarsi dal lavoro due ore al giorno. «Spero solo che - dice la donna - alla fine quanto gli spetta venga effettivamente pagato dall’Inps». Ora l'uomo riceve uno stipendio ridotto del 25% e non è ancora sicuro se sarà rimborsato.
fonte: ecodibergamo.it del 10 dicembre 2009
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