La scena è agghiacciante: dopo un meritato quattro per un’interrogazione andata male, la ragazzina con l’ombelico di fuori si alza, ricopre la professoressa di insulti ed esce dalla classe sbattendo la porta. Il filmino, ripreso dal compagno, gira da giorni su you tube. Ed è uno dei tanti documenti che raccontano non solo la crisi della scuola – del video colpisce anche il silenzio della professoressa – ma soprattutto la crisi dei ragazzi, i nostri figli, il nostro futuro.
Ormai ce lo dicono tutti: insegnanti, allenatori di calcio, pediatri, maestre di danza, chiunque abbia a che fare con loro dipinge bambini viziati, privi del senso di limite, incapaci di assumersi responsabilità e destinati a restare a casa fino a quarant’anni. Bambini che a tre anni pretendono il loro piatto preferito se no saltano il pasto, a cinque dettano l’agenda della famiglia, a otto non sanno legarsi le scarpe, a dieci piangono se l’allenatore li riprende e a quindici cominciano a bere. Ed è inevitabile che finisca così, dicono gli esperti, perché nessuno gli ha insegnato a vivere nella palestra della vita.
Sotto accusa, prima di tutto, i genitori. L’ultimo contributo a questa tesi viene da un pediatra fiorentino di lungo corso che oltre ad aver allevato molte generazioni di bambini ha scritto vari libri (fra cui il fortunatissimo “Neonati maleducati”), collabora con la Regione Toscana per progetti legati all’infanzia, e sta per mandare in libreria “Facciamola finita, appello urgente ai genitori”. Lui è noto soprattutto per la teoria della Nutella: se un tempo i genitori sapevano dare un limite alla naturale ingordigia dei bambini di fronte a una delle più succulente leccornie inventate per loro, oggi mamme e papà preferiscono eliminare il barattolo piuttosto che insegnargli a mangiarne quel che basta e quel che è giusto.
Guardate il video, leggete la sua intervista, e dite pure quello che vi viene in mente. Perché un’altra cosa va detta: anche i genitori hanno bisogno di aiuto, e parlarne, confrontarsi, tirare fuori i propri dolori e le difficoltà che il mondo esterno certo non aiuta a risolvere, può essere un inizio.
Nel secondo video parla Renato Palma, un altro medico e psicoterapeuta che, partendo dalla stessa osservazione della realtà, dice che il problema, invece, sta nello scarso rispetto che abbiamo nei confronti dei bambini. Non a caso il suo libro –in controtendenza - si chiama “I sì che aiutano a crescere”. Secondo lui il problema principale è l'assenza dei genitori e il fatto che i bambini sono considerati più dei futuri consumatori che degli esseri umani che vanno accolti, rispettati e guidati.
"Dopo un esperimento sugli spot televisivi - dice Palma - si decise che la cosa migliore era impedire ai bambini di guardare la tv. Questo è un esempio di come siamo portati a intervenire su di loro anziché su di noi, che invece dovremmo limitare la diffusione di quegli spot".
Guarda i Video con le interviste a Paolo Sarti e Renato Palma
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