Un destino da numero 1. Così come il suo papà o, per dirlo nell’altra sua lingua, tata. Aleksandar Vucinic è nato ieri, primo novembre, Mirko ha visto la luce sempre il primo giorno del mese, solo che era ottobre e, da quel giorno, sono passati ventisette anni. L’età giusta per diventare padre, per non sentirsi più solo ragazzo ma uomo, pronto a dire a tutti: «Sono il più felice del mondo». Lo è davvero, l’attaccante venuto dal Montenegro, cresciuto a Lecce e sbocciato definitivamente a Roma, per la gioia più grande della sua vita.
Aleksandar doveva nascere qualche giorno fa, ma ha preferito farsi aspettare scegliendo la settimana giusta. C’è un qualcosa di magico nel giorno che ha scelto per conoscere mamma e papà, che l’hanno visto per la prima volta quando si era da poco fatto giorno anche se di sole neanche a parlarne. Sabato c’è stata Roma-Lecce, la sfida del cuore dei suoi genitori, visto che mamma Stefania è proprio di lì e papà Mirko, quando ha fatto gol, non ha esultato per amore verso di lei e verso quella gente che l’ha amato per anni. Questo era il passato. Il futuro invece dice derby, domenica pomeriggio. Sarà la prima partita di campionato di Aleksandar, lui la vedrà in braccio alla mamma da casa ma aspetterà il regalo. In fondo, finora ne ha ricevuti alcuni mentre era ancora nella pancia. La prima volta era stata il 20 marzo, il giorno di Roma-Udinese, della tripletta all’Olimpico, del pancione mimato e dei baci a Stefania commossa in tribuna. Ma quello che lui - e tutti i romanisti - ricordano con più piacere è la dedica (doppia) del 18 aprile: derby, doppietta sotto la Sud, una serata magica. Basta poco per ricordare. Ed emozionarsi.
Nulla, però, in confronto a quello che Mirko sta provando da ventiquatt’ore. Chi l’ha visto in questi giorni racconta un ragazzo agitato, che non vedeva l’ora di conoscere il suo primogenito. Chi l’ha incontrato (o sentito) ieri racconta di un uomo euforico, quasi incredulo di fronte alla grandezza di quello che gli è successo. Il bambino, che dicono somigli alla mamma, è nato al policlinico Gemelli, pesa 3.850 kg e ha già ricevuto centinaia di messaggi d’affetto. Da dentro e fuori Trigoria. Il primo a fargli gli auguri è stato De Rossi, poi a cascata sono arrivati anche quelli degli altri compagni di ieri e di oggi. Convinti, tutti quanti, che Mirko abbia già in mente la dedica da fare ad Aleksandar.
Domani o, magari, domenica pomeriggio. C’è bisogno di un gol nella partita più importante, anche per indirizzarlo bene, visto che da grande dovrà decidere quale squadra tifare, se quella di mamma o quella della città in cui è nato. Quale sarà la scelta ovviamente non è dato sapere, ma Aleksandar Vucinic è, a tutti gli effetti, un figlio di Roma. E questo dovrà pur contare qualcosa.
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