Disegno di Legge in discussione in Parlamento
"Ogni bambino ha diritto a un rapporto equilibrato con entrambi i genitori, che devono contribuire alla pari alla sua cura, educazione ed istruzione, a prescindere dai loro rapporti. Il bene del figlio prima di tutto". Dopo l’appello ad Affari di un papà separato che quest’estate ha potuto vedere la figlia solo una sera in tre mesi, la senatrice Maria Alessandra Gallone, intervistata da Affaritaliani, spiega come il Parlamento stia migliorando la legge 54/2006 sull'affido condiviso attraverso il disegno di legge 957, di cui è relatrice in Commissione Giustizia. Un provvedimento che raccoglie le richieste di tanti papà e mamme separati che le scrivono ogni giorno, chiedendo attenzione per non doversi più “accaparrare” i figli.
Senatrice, la legge 54/2006 ha ottenuto un buon risultato: il 78,8% delle coppie separate o divorziate ottiene l’affido condiviso. Perché l’esigenza di rivederla?
Perché in questi quattro anni ha presentato lacune nell’applicazione. L’affidamento condiviso viene sì assegnato, ma spesso in maniera non omogenea. Per esempio, è stato negato a genitori che vivono a 12 chilometri di distanza e invece concesso quando uno dei due è residente all’estero. Spesso, poi, è solo una “formalità”, perché nei fatti le modalità sono quelle dell’affidamento esclusivo. Il ddl 957 intende perfezionare l’attuale legge, prevedendo più strumenti a favore dei giudici per garantire che l’affido sia realmente congiunto.
Quali sono i punti chiave?
Innanzitutto, il domicilio stabilito presso entrambi i genitori, altrimenti cadono i presupposti per l’affidamento condiviso.Tra l’altro, se un genitore dovesse convivere o risposarsi, il giudice può stabilire che quella casa non è più "interesse prevalente" del bambino. Poi ci sono i cambiamenti nelle modalità di mantenimento: non più un genitore dà l’assegno e l’altro decide, ma entrambi partecipano alle decisioni. Il “costo” dei figli sarà inoltre calcolato in base alle attuali esigenze dei bambini e alle attuali risorse economiche dei genitori.
Buone notizie, quindi, per i padri separati in difficoltà economica?
Non si fa più riferimento al tenore di vita passato, ormai sconvolto dalla separazione. Tanti papà sono costretti ad assegni familiare non congrui alle loro possibilità effettive. Ma la modifica interessa anche quelle mamme che hanno un tenore di vita superiore rispetto al marito.
Altre modifiche?
Sarà introdotto il diritto a vedere i nonni, senza che questi debbano lottare o soffrire per incontrare i nipoti. Infine, una novità importante è quella della mediazione culturale.
Che ruolo avrà il mediatore culturale?
Aiuterà i genitori a dirimere eventuali controversie prima di presentarsi dal giudice. Parlare con una terza persona, estranea alla famiglia, aiuta a comprendere i propri limiti e riconoscere i pregi dell’altro. Per esempio, è utile nei casi di “sindrome da alienazione genitoriale”, ovvero quando uno dei due genitori scredita l’altro agli occhi del figlio.
In Italia, però, la cultura della bigenitorialità fatica ad affermarsi.
Il bambino ha bisogno di stare con entrambi i genitori nella maniera più equilibrata possibile: vivere la quotidianità con la mamma e riservare i momenti ludici al papà non va bene. E questo a prescindere dal rapporto, conflittuale o meno, tra i genitori. Tanto è vero che il giudice non ha discrezionalità di scelta sul tipo di affido: assegna quello condiviso, a meno che uno dei genitori non sia ritenuto idoneo alle sue funzioni genitoriali, come nel caso di violenze.
Quali saranno le tappe del provvedimento dopo l’estate?
Avendo già relazionato al Senato, si passerà alla discussione generale, poi il provvedimento andrà alla Camera e quindi tornerà al Senato. Andando a migliorare una legge già esistente, l’obiettivo è integrarla nel migliore dei modi. Personalmente mi impegno a indire una serie di audizioni con i genitori, le associazioni, i magistrati e gli operatori della legge. Il voto sulla legge 54/2006 al tempo fu bipartisan: spero che anche stavolta il provvedimento sarà condiviso.
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