Ho appena terminato di leggere Caino, l'ultimo libro pubblicato da Feltrinelli di José Saramago, il premio Nobel per la letteratura, lo scrittore ateo e materialista morto a giugno, già autore del Vangelo secondo Gesù Cristo.
Vorrei citare alcuni estratti di Caino, senza commentarli, così come si usa mentre si guardano le immagini parlanti di un film muto. Si tratta - questa volta - di esempi di azioni dall'alto, finalizzate come sempre al 'così dev'essere' e dirette verso l'Umanità tutta, bambini inclusi. Anzi, qui certamente si ha a che fare con l'Esempio e l'Azione, con le lettere maiuscole. Esempio e Azione, tuttavia, imperscrutabili.
"Ad eva e adamo restava ancora la possibilità di generare un figlio per compensare la perdita di quello assassinato, ma è ben triste davvero chi non ha altro scopo nella vita se non quello di fare figli senza saperne il perché né a che pro. Per perpetuare la specie, dicono quelli che credono in un obiettivo finale, in una ragione ultima, sebbene non abbiano alcuna idea di quali siano e che non si sono mai domandati in nome di cosa la specie dovrà perpetuarsi come se fosse soltanto lei l'unica ed estrema speranza dell'universo".
"Il lettore ha letto bene, il signore ha ordinato ad abramo di sacrificargli proprio il figlio, e il tutto con la massima semplicità, come chi chiede un bicchiere d'acqua quando ha sete, il che significa che era una sua abitudine, e ben radicata. La cosa logica, la cosa naturale, la cosa semplicemente umana sarebbe stata che abramo avesse mandato il signore a cagare, ma non è andata così".
"Domandò isacco, Padre, che male ti ho fatto perché tu abbia voluto uccidermi, proprio io che sono il tuo unico figlio, Male non me ne hai fatto, isacco, Allora perché volevi tagliarmi la gola come se fossi un agnello, domandò il ragazzo, (...) L'idea è stata del signore, che voleva fare la prova, La prova di che, Della mia fede, della mia obbedienza, E che razza di signore è questo che ordina a un padre di uccidere il proprio figlio, E' il signore che abbiamo, il signore dei nostri antenati, il signore che c'era già quando siamo nati, E se quel signore avesse un figlio, farebbe uccidere anche lui, domandò isacco, Lo dirà in futuro".
"caino disse, Ho un pensiero che non mi abbandona, Che pensiero, domandò abramo. Penso che a sodoma e nelle altre città che sono state incendiate c'erano degli innocenti, Se ci fossero stati, il signore avrebbe rispettato la promessa che mi ha fatto di risparmiargli la vita, I bambini, disse caino, quei bambini erano innocenti, Mio dio, mormorò abramo, e la sua voce fu come un gemito, Sì, sarà pure il tuo dio, ma non è stato il loro".