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Separazione con figli: sposato o convivente, purtroppo la differenza c'č!
Pubblicato il: 26/03/2010  Nella Sezione: Leggi e norme

Separazione, un evento difficile e spesso traumatico per gli adulti coinvolti ma soprattutto per i figli.
Soffermiamoci un attimo sul termine figli. Può sembrare semplice dire che significa figli; un figlio è un essere umano nato dall'unione fisica di un uomo e di una donna, definiti genitori, che dovranno sempre assicurarsi il suo benessere mentale ed economico finchè il figlio non diventa autosufficiente.

La legge dice cose diverse però
Esistono due tipi di figli: i figli di genitori sposati e i figli di genitori conviventi. Hanno diritti diversi, tribunali diversi e procedimenti legali diversi in caso di separazione dei genitori.

Paternità Oggi ha chiesto all'Associazione "Genitori sottratti" (associazione per la bigenitorialità e la tutela dei minori nella separazione) di spiegarci, a livello legale, la differenza, in caso di separazione, tra una coppia sposata e una coppia di fatto quando ci sono figli di mezzo.
Il testo che segue è scritto da un professionista, l'Avv. Maria Lea Maltoni, legale dell'Associazione

"Da tempo l’avvocatura specializzata in materia di famiglia ha messo in evidenza il differente trattamento dei figli naturali rispetto a quelli legittimi nelle cause di affidamento della prole.

Il fatto che nel primo caso  la competenza spetti al tribunale per  i minori, mentre, nel secondo, al tribunale ordinario, infatti porta con sé problematiche e difficoltà pratiche di varia natura non solo e non tanto per gli operatori del diritto ma anche e soprattutto per gli individui direttamente coinvolti.

Il primo ostacolo che le coppie di fatto con prole minore devono affrontare per  regolamentare l’affido dei propri figli è di carattere logistico.
Il tribunale per i minori, infatti, poiché ha sede nel distretto di Corte d’Appello e quindi, ad esempio per la regione Emilia Romagna, unicamente a Bologna, costringe gli utenti, senza alcuna giustificazione, spesso a lunghi viaggi con conseguente aggravio di spese legali.

La dislocazione dei tribunali per i minori pertanto finisce con il ledere il principio di prossimità che vorrebbe la giustizia vicina ai cittadini.
A tale difficoltà se ne aggiungono poi tante altre.
Il tribunale per  i minori è infatti competente a regolamentare l’affido della prole e può statuire anche sugli aspetti economici (assegno di mantenimento) unicamente se tali aspetti vengono trattati congiuntamente all’affido.
Nel caso in cui venga adito il Tribunale per i minori unicamente per l’affido, competente per le questioni di carattere economico è, infatti, il tribunale ordinario.

In molti casi, pertanto, per ottenere una regolamentazione “completa” occorre adire due diverse autorità giudiziarie ledendo il principio di economia processuale.

Ad aumentare le differenze di trattamento nell’ambito di filiazione contribuisce anche la diversità di procedura adottata davanti al tribunale per i minori rispetto a quella ordinaria caratterizzata da precise decadenze elimiti temporali per avanzare le istanze istruttorie.
Troppo spesso dinanzi al TM i procedimenti, pur rimanendo pendenti per anni, si esauriscono in un’unica udienza e le istanze presentate dai legali per evidenziare problematiche di carattere urgente palesatesi nelle more del procedimento non vengono in alcun modo prese in considerazione.

In tali procedimenti un ruolo determinante è svolto dai servizi sociali cui viene demandato il compito di valutare le capacità genitoriali della coppia.
I SS incaricati, tuttavia, nelle poche ore che dedicano a ciascun caso spesso non riescono ad inquadrare la vicenda e finiscono per esprimere giudizi, spesso negativi nei confronti della figura paterna, sulla base di mere impressioni e senza svolgere adeguate indagini.
Gli esiti di un simile modus operandi sono purtroppo noti e riempiono ormai quotidianamente le cronache: figli improvvisamente privati della figura paterna, padri che riescono a vedere i propri figli in luoghi protetti poche volte al mese….

Troppi genitori, rei di voler interrompere la loro relazione affettiva e di non aver contratto matrimonio, si trovano catapultati in un incubo e a dover combattere con istituzioni che anziché essere vicine al cittadino si dimostrano lontane e sfuggenti.

La sensazione di impotenza è dilagante non solo tra i diretti coinvolti ma anche tra gli avvocati che, non solo non riescono a rapportarsi con gli altri operatori del diritto al fine di risolvere tali vicende, ma che incontrano grandi difficoltà a far comprendere ai propri assistiti le ragioni delle tante ingiustizie e delle lentezze che  sono costretti a subire.
E allora cosa fare?
L’auspicio è che in tempi rapidi si possa giungere ad un riaccorparmento nella giustizia ordinaria di tutte le funzioni giudiziarie su figli  sia legittimi che naturali magari istituendo una sezione specializzata all’interno di ogni tribunale o producendo un Tribunale della Famiglia come ci si auspica da molteplici legislature.
Maria Lea Maltoni"

Per finire, ci sentiamo in dovere di indicare, seppur banali, alcuni consigli che potrebbero rendere la separazione meno dolorosa per i figli.
1. Spiegategli che la separazione è interamente frutto della vostra decisone e che lui non ne ha alcuna responsabilità,
2. Stimolate il bambino ad esprimere i suoi pensieri rispetto alla separazione dei genitori. I bambini soffrono della separazione dei genitori e possono diventare ansiosi, irritabili, depressi.
3. Cercate di consolare il bambino dimostrandogli entrambi affetto.
4. Spiegategli che il divorzio è una cosa definitiva. Molti bambini credono di poter far riconciliare i genitori e si illudono che la separazione sia solo temporanea.
5. Lasciate che il bambino nutra lo stesso affetto per entrambi i genitori, evitando giudizi sul partner. Questo è sicuramente il consiglio più difficile da seguire, perchè se si arriva ad una rottura con il partner sicuramente l'astio è notevole. Ma evitate di pensare solo a voi stessi ed eventualmente fingete, affinchè vostro figlio non percepisca nulla.
6. Non cercate l’alleanza o la complicità del bambino contro l’altro genitore ed evitate di istigarlo contro di lui/lei atteggiandovi a vittime.
7. Non mettetevi a litigare in modo violento in sua presenza.
8. Concedete a vostro figlio di vedere regolarmente il genitore separato. Il bambino ha bisogno sia della madre che del padre.
9. Mantenete la comune responsabilità genitoriale. Non prendete decisioni veramente importanti sui figli (salute, scuola, tempo libero) senza consultarvi e, se possibile, accordarvi, con l’altro genitore.
10. Mantenete le regole che il bambino ha precedentemente appreso. Fate in modo che il bambino viva nella stessa casa di sempre, nei limiti del possibile.
11. Se i rapporti con l’altro genitore sono sufficientemente tranquilli, cercate di stare tutti insieme in occasione di feste, compleanni, comunione, incontri con la scuola, gare sportive e in tutti gli altri eventi che vedono vostro figlio in qualche modo protagonista.