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I genitori italiani dedicano 21 minuti ai propri figli
Pubblicato il: 17/03/2010 Nella Sezione: Genitori
Americani e norvegesi ci hanno battuto. E non si tratta di una disciplina sportiva…ma del tempo che i genitori italiani dedicano ai figli: in totale 21 minuti. A scoprirlo sono stati due economisti, Alberto Alesina e Andrea Ichino, che hanno affrontato l’argomento nel libro “L’Italia fatta in casa” (Mondadori). I due autori del volume hanno raccontato il loro lavoro come un’indagine “sulla vera ricchezza degli italiani”. Alesina e Ichino hanno spiegato: “se i genitori italiani passano molto tempo in casa con i figli, non dedicano loro però specificatamente attenzione e, in realtà, fanno altro al fianco dei figli limitandosi a dar loro un’occhiata ogni tanto”.
Una conferma da indagini svolte in precedenza che vedono, molto spesso, i figli da soli alle prese con le nuove tecnologie o davanti la televisione, comunque senza alcun genitore accanto. E nemmeno senza nonni. Soli anche se i genitori sono casa. Emerge poi da un’indagine pubblicata da Famiglia Cristiana un altro aspetto: genitori che vogliono sostituirsi a maestri e professori e che secondo Osvaldo De Poli (lo psicologo che ha scritto Mamme che amano troppo) esagerano. “Noto sempre più un sovraccarico della responsabilità che i genitori provano nei confronti dello studio dei figli, una tensione che vanifica la serenità di intere famiglie. Vorrebbero essere loro i prof e persino gli studenti stessi per sollevare il figlio da fatiche e tensioni”.
De Poli si riferisce in particolare alle mamme visto che i papà ci stanno meno in casa.
Ma non tutti i genitori si sentono sotto accusa. Alcune mamme e alcuni papà giurano di essere sempre in una posizione d’ascolto rispetto ai figli e di tentare di essere amici. “Gioco anche con i miei figli” dicono alcuni, come se fosse un punto di merito. Ma torniamo ai 21 minuti. Sono tanti o sono pochi? Sono reali o fittizzi? E questo dato vale in ogni parte d’Italia o c’è sempre una differenza ad esempio tra nord, centro e sud.
Ricordo un po’ di anni fa di aver partecipato ad un convegno in Danimarca, dove si parlava di bambini e media. Non penso potrò mai dimenticare l’intervento di una studiosa sociale americana che disse senza mezzi termini: “le mamme italiane sono le più incredibili che conosco. Ho sentito chiamare figli di quaranta anni per chiedere loro se avevano messo la maglia di lana. E sicuramente le nuore di quelle suocere lì non saranno state molto contente.
Si è passato quindi da un eccesso ad un altro. Mamme vecchio stile che si preoccupano anche delle presenza degli indumenti per proteggere i loro “cuccioli o cuccioloni” dal freddo e mamme che dedicano soltanto 21 minuti ai figli? C’è un rischio esagerazione, disequilibrio, troppo o troppo poco? E’ questo quello a cui stiamo andando incontro? E le nuove tecnologie diventano strumento utile per stare vicini ai figli anche se lontani? Da varie indagini fatte su tutto il territorio nazionale a più riprese risulta che dal nord al sud d’Italia molti genitori dichiarano di avere dotato i figli di cellulare per stare più vicini a loro. E i bambini dichiarano che i genitori o i nonni hanno comprato il telefonino per controllarli meglio, per far sentire spesso la loro voce.
Insomma indagini e statistiche ci aiutano a capire che forse tra genitori e figli l’incomunicabilità non nasce soltanto per mancanza di messi o di tempo. Ma forse perché ci sono “invasioni di campo”. Genitori che vogliono sostituirsi ai figli e figli che imitano i genitori. La mezza misura si trova nel tenersi il più possibile alla larga e di ritrovarsi quei 21 minuti al giorno…e non sempre per litigare. Una visione troppo cupa delle nostre famiglie ipertecnologiche nonostante la crisi? Forse ma i dati coincidono. I bambini dichiarano di essere soli davanti la tv, al computer, con i loro videogiochi. I genitori dichiarano di fare il possibile di dedicare tutto il tempo che possono.
E perché gli americani dichiarano di dedicare un’ora come i norvegesi? Perché loro riescono a stare di più con i figli? Forse ci basta dire la solita frase che diciamo quando non riusciamo a capire i perché…. “Gli americani…sono dall’altra parte del mondo…Quelli del nord Europa che c’entrano con noi del Sud Europa”. E siamo a posto così…Aspettiamo la prossima ricerca…
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