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Anche in Italia esistono i matrimoni con fanciulle di 13 anni
Pubblicato il: 16/02/2010  Nella Sezione: News

Il giorno più bello. Nell’immaginario femminile questa frase si associa al matrimonio. Ogni anno per migliaia di “spose bambine” in Italia il sogno si infrange presto, sin dai 13 anni, quando vengono costrette dalle famiglie a unirsi con uomini anche molto più vecchi di loro.

Come riporta il Corriere della Sera, i numeri sulla diffusione del fenomeno  nel nostro Paese sono ancora pochi. L'unica stima, realizzata dal Centro nazionale di documentazione per l’infanzia, parla di duemila casi all'anno. Adolescenti, soprattutto indiane e pachistane, ma anche marocchine, egiziane e romene, a volte vendute per poche migliaia di euro o usate per sancire una “alleanza” tra famiglie.

Spesso la convivenza forzata si trasforma in un incubo. Non è infrequente che subiscano maltrattamenti, che vengano obbligate a interrompere gli studi o a tornare nei loro Paesi d’origine.

Un altro problema riguarda i cosiddetti “conflitti latenti”. Si stima che le adolescenti straniere nel nostro Paese siano 175mila. Sono ragazzine che vivono a metà, in bilico tra la famiglia, la scuola e il mondo che le circonda, fatto di regole e diritti diversi rispetto a quelli in vigore nel loro Paese d’origine. Piccole donne che crescono a due velocità e che spesso sono costrette a scendere a compromessi. Quando non lo fanno vanno incontro a un futuro incerto. Basta pensare al caso di Sanaa Dafani, la 18enne di origine marocchina sgozzata a Pordenone nel settembre scorso dal padre, perché non accettava la relazione della figlia con un italiano.

Solo pochi giorni fa, a Brescia, una bambina romena di 13 anni è stata strappata a un connazionale 22enne malato di Aids, al quale la piccola sarebbe stata venduta. La ragazzina ha contratto il virus. Adesso è in ospedale. Il “marito” e la “suocera” sono finiti in carcere. Non capiscono cosa sia successo. Dicono che la tradizione del loro paese li autorizzava a comportarsi così.

Ma qual è il confine tra il rispetto per gli usi di un popolo e la tutela dei diritti umani?

Sembra che ultimamente in questo senso stiano arrivando segnali di  incoraggianti dal mondo islamico. In Arabia Saudita, il mese scorso, l’ulema (dotto musulmano in “scienze religiose”) Sheikh Abdullah Al-Manie ha enunciato una storica fatwa (giudizio) a proposito del caso in esame al tribunale di Buraidah. Una bambina di quasi 12 anni ha chiesto il divorzio dal marito 80enne, al quale era stata venduta per poco più di 16mila euro. L’ulema ha stabilito che oggi non si può fare riferimento al matrimonio del profeta Maometto con Aisha, di appena 9 anni, avvenuto 14 secoli fa, per giustificare le nozze con “spose bambine”.

Qualcosa sta cambiando, ma ancora troppo lentamente. Intanto milioni di piccole donne nel mondo continuano a vivere la loro infanzia spezzata.

fonte: italiainformazioni.com
articolo di Stefania Brusca