Lineamenti mascolini e fisico possente oppure viso dolce e modi di fare rassicuranti? Ogni donna  ha i suoi gusti ma, delle volte, questi possono essere fortemente influenzati dalle modificazioni ormonali indotte dalla pillola contraccettiva con conseguenze non sempre rosee per il futuro dei due partner. A sostenerlo è un curioso articolo pubblicato sulla rivista Trends in Ecology and Evolution.

È noto da tempo che la percezione della bellezza maschile da parte delle donne subisce delle fluttuazioni a seconda della fase del ciclo mestruale, sostengono gli esperti della Sheffield University autori della pubblicazione. Poco prima della ovulazione esse tendono infatti ad essere generalmente più attratte dagli uomini più “machi” e a preferire i lineamenti marcati e la posa virile.

Dato che la pillola anticoncezionale inibisce l'ovulazione, è possibile quindi che le donne che fanno uso del farmaco contraccettivo tendano ad essere più attratte dalle figure maschili più effeminate, con i lineamenti gentili e l'atteggiamento rassicurante. Non è forse un caso che le figure maschili della tv più amate prima della diffusione della pillola (risalente agli anni '70) fossero attori dai tratti mascolini come Kirk Douglas mentre i divi più amati di oggi sono personaggi come Leonardo Di Caprio e Johnny Depp? Fa notare la responsabile della ricerca Alexandra Alvergne.

Secondo la ricercatrice, il ricorso massivo alla pillola anticoncezionale nella popolazione potrebbe significare una svolta dal punto evolutivo, una sorta di selezione “innaturale” in cui uomini e donne si accoppiano in base a un'attrazione effimera legata al farmaco e non a una compatibilità genetica. A questo proposito, la Alvergne suggerisce alle donne di non commettere mai l'errore di ricorrere alla pillola dopo aver cominciato una relazione importante. L'uomo precedentemente amato, infatti, con la pillola potrebbe non piacere più.

Fonte: Alvergne A et al. Does the contraceptive pill alter mate choice in humans? Trends in Ecology and Evolution; 6 ottobre 2009. doi:10.1016/j.tree.2009.08.003

fonte: pensiero.it