Carta e penna. Preparare la colazione la mattina, lavare e vestire i bambini. Portarlia scuola, andare a fare la spesa, stendere i panni della lavatrice, passare l' aspirapolvere. Chiamare la banca, aspettare l' idraulico, controllare le bollette in scadenza, prendere appuntamento per la revisione della macchina.
Amy e Marc Vachon la chiamano semplicemente la "Lista". Ogni giorno questa coppia americana butta giù tutte le incombenze da sbrigare. Ci sono faccende famigliari di routine (le pulizie di casa,i compiti, il bagnetto,i pasti) ma anche impegni periodici da prevedere: le riunioni con i maestri, il controllo dal pediatra, il regalo per la festa di un amichetto da comprare. Una lista lunga così, che soltanto a guardarla viene mal di testa. Eppure Amy e Marc Vachon sono convinti che mettere nero su bianco le decine di piccoli o grandi impegni quotidiani sia l'unico modo di arrivare alla parità assoluta dei ruoli all'interno della famiglia.
Entrambi lavorano, hanno due figli,e pensano che il femminismo sia alle spalle. Servono piuttosto regole, disciplina.E liste. Il loro movimento," Equally Shared Parenting ", ha fatto centinaia di proseliti negli Usa, finendo anche in copertina del magazine del New York Times. Il loro motto-" Fifty/Fifty"-è ormai diventato un modo di dire tra le giovani coppie.
Hanno un sito online in cui professano consigli, calcolano quozienti delle varie faccende (un'ora a giocare con i figli non vale quanto pelare le patate; svegliarsi di notte è un bonus). C' è anche un blog, con dibattito: quando un bimbo si ammala, quale dei genitori deve rimanere a casa?
E qualche regola comportamentale: mai rinfacciare alla moglie quello che si fa, non si diventa eroi preparando un arrosto o facendo ripetere la matematica. Il tutto seguendo sempre un principio inderogabile: 50% la donna, 50% l' uomo.
«Noi lo diciamo da tempo». Beppe Pavan è un sindacalista in pensione che ha iniziato anni fa quello che definisce un "cammino" di cambiamento. «Quando è nata la nostra bambina, mia moglie mi ha dato un ultimatum: o partecipi anche tu o me ne vado». Stirare una camicia, scegliere l' insalata al mercato non sono più un mistero. «Ma lo faccio anche perché sono profondamente convinto che sia giusto, non solo per amore di mia moglie» aggiunge Pavan. Le faccende domestiche come un atto politico. Pavan ha creato a Pinerolo un gruppo di "autocoscienza" con altri uomini. «Uomini che non credono più al patriarcato» spiega. Anche il suo piccolo movimento si è allargato - decine di gruppi in Italia - e una nuova associazione - "Maschile Plurale" - che ha pubblicato qualche giorno fa un lungo appello contro la violenza sulle donne. «Perché è nella mente degli uomini che nasce la violenza,e mettersi alla pari con la donna in casa è già un primo passo verso la pacificazione tra i sessi». I dati italiani sulla suddivisione dei compiti tra marito e moglie continuano ad essere tra i peggiori d' Europa. Daniela Del Boca, docente di Economia politica all' Università di Torino, è stata autrice di un rapporto dal titolo emblematico: «Gli uomini italiani sono irresponsabili?».
In una coppia, la donna dedica 320 minuti al giorno ai lavori domestici. L' uomo 95 minuti. In confronto, gli uomini francesi dedicano a casa e figli 144 minuti, gli inglesi 138 minuti, gli svedesi 149 minuti. «Le donne hanno una giornata lavorativa media più lunga di un' ora e quaranta minuti» spiega la sociologa Chiara Saraceno. Che in Italia manchi ancora una presa di coscienzaè scontato. «Ma servono anche strumenti legislativi» ribatte Beppe Pavan. Mancano gli asili nido, mancano part-time lavorativi, congedi parentali adeguatamente retribuiti. Non c' è una consuetudine. «Mio genero - racconta Pavan- siè coraggiosamente preso una paternità per suo figlio. Gli è costato caro. C' è ancora uno stigma per un uomo che si dedica alla famiglia mettendo tra parentesi il lavoro».
In realtà, la formula dei "cogenitori" - si chiamano anche così - non garantisce la felicità. Una giornalista del Guardian, Viv Groskop, ha tentato di seguire i precetti del movimento americano insieme a suo marito. Una settimana a fare liste, cercando di rispettarle. Risultato: aumentato nervosismo, litigi continui, bambini disorientati. «La casa ultra-democratica non fa per me» ha concluso Groskop. «Preferisco trovare una soluzione meno maniacale». La lista, no. Però la domanda sì: chi porterà a scuola i bimbi domattina?
Si chiama "Equally Shared Parenting" è nato negli Stati Uniti per promuovere una suddivisione più equa degli impegni famigliari
LA LISTA I militanti di "Equally Shared Parenting" hanno un sito in cui spiegano come preparare liste degli impegni da dividere 50% l' uomo e 50% la donna.
L' ESPERIMENTO Una giornalista del Guardian ha tentato di applicare con suo marito il metodo delle liste del movimento americano. «Un incubo», ha scritto.
I DATI In Italia, gli uomini dedicano alle faccende domestiche e famigliari soltanto 95 minuti al giorno. Le donne 320 minuti. E' uno dei peggiori dati europei
LA RICERCA Un recente studio del centro "Child" della professoressa Daniela Del Boca ha evidenziato come manchi ancora una presa di coscienza anche tra le donne italiane
fonte: repubblica.it del 20 febbraio 2009