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Mutui casa, giovani e precari neanche ci provano più
Un dato era conosciuto: l’Italia non è un paese per giovani e precari. Ma c’è una elemento più inquietante che emerge dagli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio Supermoney, il centro di ricerca promosso da Supermoney, il primo portale di comparazione di prodotti bancari come mutui e prestiti, prodotti assicurativi e utilities: i giovani italiani hanno perso la speranza. Non ci provano neanche più a richiedere un mutuo per comprare casa.
Secondo i dati dell’Osservatorio, basati sulle richieste di mutuo inoltrate negli ultimi sei mesi alla divisione confronto mutui casa di Supermoney, solo un mutuo ogni venti è stato richiesto da una persona con contratto di lavoro non a tempo indeterminato. Entrando più nel dettaglio, nel 4% dei casi ci si trova di fronte a utenti con un contratto di lavoro a tempo determinato, a cui sommare il 2% di utenti con un contratto di lavoro definito “atipico”. Secondo l’ultimo rapporto Nomisma sulla condizione abitativa in Italia, il 7% delle famiglie con un mutuo acceso ha un capofamiglia in condizioni di lavoro precarie o in cassa integrazione: numeri che trovano quindi una sostanziale conferma nelle rilevazioni dell’Osservatorio Supermoney, i cui dati si riferiscono però alla situazione solo al momento della richiesta del contratto.
Il sapore dei dati non cambia analizzando l’età dei richiedenti: tra coloro che hanno deciso di accendere un mutuo online solo il 30% è under 35. Tra questi la percentuale di mutui accesi da lavoratori con contratti atipici sale al 16% del totale. Si tratta di un numero sensibilmente differente rispetto a quanto rilevato dall’Istat nel suo ultimo studio su Reddito e condizioni di vita. L’istituto di statistiche rilevava infatti come le famiglie e i single sotto i 35 anni che attivavano un mutuo fossero il 54% del totale nel 2008: quasi il doppio del dato online.
«Questo è l’effetto della crisi che ha investito tra il 2009 ed il 2010 le famiglie italiane – spiega Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di Supermoney – La recessione ha colpito in gran parte proprio i lavoratori non a tempo indeterminato, finendo per pregiudicarne le possibilità di acquisto di una casa. Non è un caso il fenomeno crescente dei genitori che cercano un mutuo per i propri figli».
Anche se i lavoratori atipici e con contratti a tempo determinato che attivano un mutuo sono ancora una piccola percentuale nel mercato, più di una banca si sta muovendo per fornire dei prodotti rivolti a questa clientela: Monte dei Paschi, Intesa San Paolo e ByYou propongono dei mutui diretti proprio a precari e giovani. «E’ un segnale positivo – conclude Manfredi – e dimostra l’attenzione crescente del mondo del credito verso una fascia di utenza ad oggi non ancora adeguatamente servita».
supermoney.eu
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