ROMA - «Vera giustizia per Nicolas» e «Nicolas ha diritto a un processo». Queste le scritte sui cartelloni esposti da Francesco, un autista calabrese di 49 anni e padre di Nicolas, di 5, tetraplegico e in stato vegetativo dalla nascita, che stamani si è incatenato davanti al ministero della Giustizia, in via Arenula, a Roma, per «chiedere giustizia ad Alfano». «Il 12 ottobre 2004 - ha raccontato Francesco, che ha altre due figlie - avevo accompagnato in ospedale mia moglie in attesa del nostro terzo figlio. Nel pomeriggio è stato eseguito un parto cesareo ma il bimbo non respirava. Poi gli è stata diagnosticata un'asfissia al cervello perinatale. Lo scandalo è che tutte le cartelle cliniche sono state manomesse. Sono venuto qui perchè voglio che qualcuno mi dica chi ha rovinato mio figlio. Che devo fare per saperlo? Mi devo ammazzare?». L'uomo ha raccontato che la protesta «è durata pochi minuti ed è finita perchè la vice di Alfano ha accettato di incontrarmi. Sono soddisfatto dall'incontro: mi ha detto che ha a cuore la mia storia e mi ha promesso che manderà gli ispettori al tribunale di Reggio Calabria».
06 ottobre 2009
font: roma.corriere.it
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