"La notizia è tratta da un sito che sicuramente potrebbe suscitare qualche perplessità, e con una chiara tendenza politica. L'intento di Paternità Oggi è sempre quello di fornire informazioni su tutto quello che ruota sull'essere papà e le problematiche famigliari, a prescinderere all'orientamento politico delle notizie stesse. Vi invitiamo sia a confermare che smentire queste informazioni. Se questo articolo dice verità, sono delle belle notizie per le famiglie italiane! (la redazione)"
Dopo anni di promesse non mantenute sembra che qualcosa si muova per le famiglie italiane, ma i protagonisti di questa svolta non sono i ministri del governo Berlusconi, che continuano ad essere inadempienti rispetto al loro programma elettorale, ma due giunte: quella regionale del Lazio e quella del Comune di Bologna.
La giunta della regione Lazio, guidata da Renata Polverini, ha approvato il suo piano famiglia che prevede un abbattimento delle tariffe degli asili nido, bonus bebè, progetto mille asili, tagesmutter, le cosiddette “mamme di giorno”, e il progetto “bimbi in stazione” che creerà dei nido nelle stazioni per i figli dei pendolari.
Quello della regione Lazio è un piano unico degli interventi a sostegno della famiglia che stanzia sessanta milioni di euro per rispondere ai bisogni delle famiglie soprattutto di quelle in difficoltà. La paternità del piano famiglia del Lazio è dell’assessore alla Famiglia e ai servizi sociali Aldo Forte (Udc) che nel corso di una conferenza stampa con il Presidente Polverini ha illustrato nel dettaglio la strategia a favore delle famiglie della regione:
12 milioni di euro per il bonus bebè (il bonus è del valore di 500 euro ed è destinato a tutti i figli nati nelle famiglie con reddito Isee uguale o inferiore a 20mila euro, per un numero che è stimabile in circa 25 mila bambini);
altri 18,6 milioni di euro sono previsti per la costruzione di nuovi asili nido e ulteriori 15 milioni per l’abbattimento delle tariffe dei nidi comunali o convenzionati; poi risorse per il Registro per gli assistenti familiari e il Tagesmutter (dal tedesco letteralmente “mamma di giorno”), figura professionale, generalmente di sesso femminile, con funzioni di assistente domiciliare all’infanzia, che si prende cura dei bambini presso il proprio domicilio (sino ad un massimo di 5 bambini);
e ancora aiuti alle neo-mamme, ai genitori separati e ai minori vittime di maltrattamento.
Il Piano Famiglia prevede poi la creazione di un servizio pubblico regionale per le adozioni internazionali che offre un servizio di front office di assistenza al percorso adottivo rivolto alle coppie.
Qualche novità per le famiglie arriva anche da Bologna dove il neo sindaco Virginio Merola che conferma in pieno ciò che aveva promesso in campagna elettorale: punti in più alle coppie sposate rispetto a quelle di fatto nelle graduatorie comunali, ad esempio quelle per le case pubbliche. «Deve essere così», ha detto il primo cittadino di fronte alle telecamere di Ètv: «Perché siamo persone libere – argomenta – ma nella vita dobbiamo saper mettere insieme anche la responsabilità con la libertà. Se ci assumiamo impegni maggiori verso gli altri credo che sia necessario distinguere». Una importante posizione quella di Merola che ha riscontrato il parere favorevole di Pier Ferdinando Casini e del Forum delle Famiglie, ma che non ha mancato di suscitare forti polemiche nella maggioranza che sostiene Merola: furibondi radicali e socialisti, che addirittura parlano di coppia di fatto tra il vescovo Caffarra e il sindaco Merola, il dipietrista Franco Grillini e l’assessore, “cattolica adulta”, Amelia Frascaroli.
Le novità a favore delle famiglie sono indubbiamente una buona notizia, specie in tempi come questi dove sono propri i nuclei familiari a soffrire e pagare caro le conseguenze della crisi economica. Allo stesso tempo stupiscono le reazioni scomposte di una certa sinistra bolognese alle affermazioni di buon senso del primo cittadino Virginio Merola. C’è una volontà di gettare questioni importanti ed impellenti come l’aiuto alle famiglie in una polemica sterile ed ideologica, di inutile contrapposizione tra coppie sposate e coppie di fatto, tra coppie eterosessuali e coppie gay. Le famiglie italiane, specie quelle che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese, non riescono a capire certi furori anticlericali ottocenteschi e non hanno bisogno che partiti e movimenti, per evidenti interessi di bottega, inneschino inutili contrasti e scontri che hanno come unico terribile risultato quello di bloccare aiuti e risorse per le famiglie, specie quelle più in difficoltà. C’è bisogno di un atteggiamento costruttivo, di evitare di mettere i bastoni tra le ruote, c’è bisogno che i nostri amministratori abbiano a cuore le famiglie e più in generali i più deboli, che come ha dimostrato il provvedimento della giunta Polverini, non hanno colore politico, distinzione di sesso, razza o credo religioso.
fonte: pierferdinandocasini.it
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