Lei ha 36 anni e insegna alle scuole medie, lui ne ha 38 ed è impiegato in un’azienda. Sposati da dodici anni, cullano un grande sogno: un bambino. Ma per questa coppia vicentina avere un figlio non è impresa facile, problemi di infertilità hanno già vanificato sei tentativi di fecondazione assistita affrontati in strutture di Abano Terme (quattro) e Padova. Ecco allora l’idea, affidata ad un avvocato, di presentare domanda per l’adozione di embrioni congelati rimasti orfani dopo il procedimento di inseminazione artificiale vissuto con successo da altre donne, perchè «in eccesso».
«Secondo una ricognizione effettuata dall’Istituto superiore di sanità nel 2007 su 88 centri italiani, nel nostro Paese ci sono 3415 embrioni congelati — spiega il professor Carlo Foresta, direttore del Centro di crioconservazione dei gameti maschili dell’Azienda ospedaliera di Padova, che ha preso in cura la coppia vicentina —. Nessuno è stato inviato a Milano, come disposto a suo tempo dall’ex ministro alla Salute Girolamo Sirchia, perciò l’attuale titolare dello stesso dicastero, Ferruccio Fazio, ha nominato una commissione per decretarne il destino. Esclusa l’ipotesi di distruzione a meno che non risultino alterate le funzioni vitali, evento impossibile con una conservazione a -180 gradi, l’organismo designato ha avanzato la proposta di darli in adozione a coppie sterili. Il ministro Fazio l’ha accolta, ora dovrà adoperarsi perchè questa idea diventi legge». Nel frattempo il passaparola sta facendo il giro dei coniugi infertili, anticipati da quelli vicentini. I primi a presentare domanda ufficiale di adozione. «Sarebbe la realizzazione di un sogno—confida lei—se penso che da tanti anni proviamo ad avere un bambino e ce ne sono tanti congelati in attesa di una mamma e un papà, mi sembra assurdo. Uno spreco. Spero che scienziati e legislatori lo capiscano e aprano la strada a questa grande opportunità, che mi consentirebbe di mettere al mondo un figlio preso in adozione».
corrieredelveneto.corriere.it
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