Chi decide di chiudere il matrimonio al momento non si rende conto che non sta solo entrando in tunnel fatto di grandi sofferenze, ma rischia di diventare parte di quella che l’associazione dei papà separati della Lombardia ha avuto modo di definire come “l'industria fiorente del "divorzificio". L’associazione, infatti, avverte che chi è sfortunato può incappare in professionisti che puntano ad allungare i tempi delle procedure, con perizie, complicazioni burocratiche, approfittando dei tempi della giustizia, che portano i costi della procedura a lievitare fino ai 20mila euro.
Certo, si tratta di casi fuori dalla norma ma è anche vero che una persona che si dibatte nelle difficoltà di una separazione o di un divorzio fa fatica a capire nel breve se ha a che fare con un furbo o con un professionista serio, che lo aiuti senza cercare di spremerlo. Forse per questo motivo all’estero sono state adottate soluzioni alternative, che aprono il campo a una sana concorrenza.
A cominciare dalla Gran Bretagna, dove da un paio di anni, una società di consulenza a chi si lascia che offre servizi per un divorzio rapido a un costo bassissimo: 65 sterline, pari a circa 75 euro. A monte ci deve essere un accordo tra i coniugi, bisogna spendere altre 340 sterline di spese del tribunale (378 euro) e in 16 settimane la pratica è chiusa. Un totale di circa 400 sterline, una cifra ridicola rispetto ai costi medi britannici, che oscillano tra 850 e 2.500 sterline, con un iter che può durare diversi mesi.
Il nord Europa, in questo senso, rimane un mito. In Svezia, tanto per fare un altro esempio, basta che la coppia prenda atto che il loro matrimonio è finito. A quel punto i due quasi ex coniugi si presentano in Comune e sotto la propria responsabilità compilano e firmano una dichiarazione davanti ad un semplice funzionario amministrativo.
Come fanno per decidere gli assegni di mantenimento, l’affidamento dei figli e la separazione dei beni? Semplice, a meno di situazioni conflittuali (allora si va in tribunale) i beni vengono divisi in due, i figli sono in affidamento condiviso alla pari, e la legge svedese non prevede assegni di mantenimento, perché ciascuno deve provvedere a sé stesso. Come dire, ci siamo amati ma adesso tanti saluti
fonte: miaeconomia.leonardo.it
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