Il 25% dei bimbi non riesce ad accedere agli asili nido comunali in Italia, un anno fa erano il 23%. Le cause principali: il caro-rette e l'indisponibilità dei posti. E' quanto si legge in un'indagine di Cittadinanzattiva. Una media di 297 euro al mese, ovvero una spesa annua a famiglia di circa 3.000 euro (considerando 10 mesi di utilizzo del servizio) per mandare il proprio figlio all'asilo nido comunale, fra difficolta' di accesso, alti costi e disparita' economiche tra aree del Paese difficili da giustificare: in una provincia, la spesa mensile per il tempo pieno puo' avere costi anche tre volte superiori rispetto ad un'altra provincia, e doppi tra province nell'ambito di una stessa regione.
Ad esempio, a Lecco la spesa per la retta mensile, di 572 euro, è più che tripla rispetto a Cosenza (110 euro) o Roma (146 euro) e più che doppia rispetto a Milano (232 euro). E ancora, in Liguria la retta più economica, in vigore a Savona (279Euro mese per il tempo pieno) supera la più cara in Umbria (registrata a Perugia e pari a 271 euro, sempre per il tempo pieno). On line su www.cittadinanzattiva.it l'indagine completa, dalla quale si evince come dal 2006 ad oggi la situazione degli asili nido in Italia non sia particolarmente cambiata: il dato di fondo resta sempre l'enorme scarto esistente tra le esigenze delle famiglie e la reale possibilita' di soddisfare tali esigenze.
L'analisi, svolta dall'Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva ha considerato una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con reddito lordo annuo di 44.200 euro e relativo Isee di 19.000 euro. I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali (anni scolastici 2007/08 e 2008/09) delle Amministrazioni comunali interessate all'indagine (tutti i capoluoghi di provincia).
Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media, 9 ore al giorno) e, dove non presente, a tempo ridotto (in media, 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana.
fonte: affaritaliani.it del 19 febbraio 2010
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