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Censimento in Cina: boom di test di paternità per riconoscere i figli nascosti finora allo Stato
Pubblicato il: 08/11/2010 Nella Sezione: News
Il censimento cinese è arrivato al giro di boa: fra altri cinque giorni i sei milioni di funzionari che Pechino ha spedito in giro per il paese a raccogliere informazioni sulla popolazione completeranno la compilazione dei questionari per poi depositarli negli uffici competenti per l’analisi delle risposte dei 400 milioni di cinesi intervistati.
Avendo concesso alla numerosissima popolazione degli immigrati interni di non essere considerata come residente nei villaggi di origine ma nelle aree urbane in cui effettivamente si trova, anche se lontana dal resto della famiglia e sprovvista del certificato di hukou, e promettendo di chiudere un occhio per i figli nati senza autorizzazione purché fossero registrati, Pechino ha sperato di evitare che la popolazione continuasse a nascondere l’esistenza di figli illegittimi o presentasse falsi certificati di residenza che avrebbero potuto compromettere l’esattezza dei dati raccolti.
Pur essendo stati discriminati per anni per colpa dell’hukou e per non aver pagato le multe necessarie per i figli “non autorizzati”, i cinesi hanno deciso di fidarsi di Pechino. L’hukou è un sistema di registrazione della residenza che penalizza i migranti rurali rispetto ai residenti delle città proprio perché chi non è iscritto nel registro locale dello hukou può detenere soltanto una carta di residenza locale, qualunque sia il numero di anni trascorsi da quando vi è arrivato. Le persone che non sono titolari di uno hukou locale sono considerate dagli abitanti del luogo come “gente di fuori”, e non godono degli stessi diritti e vantaggi degli abitanti locali, soprattutto dal punto di vista dell’assistenza sanitaria e del diritto all’istruzione per i figli.
A Guangzhou, nel Guangdong, la città dove fino a poco tempo fa si praticavano sterilizzazioni forzate e aborti a prezzi stracciati, gli ospedali hanno visto quintuplicarsi le richieste di test di paternità. Fino a ieri, infatti, quando una famiglia non riusciva a rispettare la dura legge del figlio unico, evitava di registrare l’esistenza del figlio, che quindi si ritrovava senza certificato di nascita, per nasconderlo alle autorità. Oggi tutti questi figli senza volto hanno la possibilità di essere riconosciuti dal partito a fronte del pagamento di una multa simbolica da parte della famiglie. Ecco perché queste ultime non si tirano indietro quando scoprono che i costi dei test di paternità sono molto alti (1.500 yuan, circa 160 euro). Molti genitori sperano che grazie al censimento i loro figli ottengano non solo il diritto ad esistere, ma anche quell’importante iscrizione al registro urbano dell’hukou, il passaporto per un futuro fatto di diritti civili, assistena sanitaria e rispetto.
Claudia Astarita
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