Arena della Vittoria,tel. 080 5023090
E-mail: bibrag@tiscalinet.it
Orario: lunedì e giovedì, 15/18, martedì e venerdì, 9.30/12.30, domenica, 10/13.
Costo: non pervenuto
Il Museo del gioco e e del giocattolo di Bari, che fa parte della Città dei Ragazzi insieme all'Atelier delle Arti e alla Biblioteca dei Ragazzi, è ospitato in un'ala dell'ex stadio di calcio della Vittoria, di inizio Novecento, e raccoglie balocchi di ogni genere ed epoca.
L'originale allestimento espone i giochi in carrozzoni ambulanti. Si parte con i giocattoli di costruzione diretta, quelli, cioè, fabbricati con materiali riciclati dai bambini da soli o con l'aiuto degli adulti. I balocchi esposti sono fedeli agli originali, ricostruiti sui ricordi e l'esperienza degli anziani. Si trovano monopattini in legno, carretti, cavallucci su asta, fucili a molla, comete (gli aquiloni tipici di Polignano a Mare fatti di canne e carta velina), fionde, palle di pezza, archi ricavati dai ferri di vecchi ombrelli, pupe, trampoli a buatta (scatole di latta cilindriche) o a bastone… Tutti giochi legati alla cultura contadina o marinara diffusi tra il popolo e usati fino agli anni Cinquanta fino all'avvento della plastica. Un altro carrozzone trasporta i giocattoli della tradizione artigianale pugliese, costruiti dagli adulti per i bambini, per esempio dai fabbri o dai falegnami con gli scarti del lavoro di bottega.
Ci sono trottole, pupu, carretti della Quaresima fatti di fascine da incendiare durante la processione del Venerdì Santo. Il carro dei giocattoli poveri del Sud del mondo trasporta balocchi africani, indiani, messicani, brasiliani, detti "di discarica" perché ricavati con materiali trovati nei rifiuti, come stoffe, candele d'auto, lampadine fulminate. Infine, ecco i giochi d'epoca, da metà Ottocento agli anni Sessanta: marionette in gesso, macchine e giostrine a corda, trottole, pentoline in rame, cucinette, un fucile a baionetta, una fambula, cioè un burattino con il volto di cappuccetto rosso da un lato e quello della nonna dall'altro e sul retro il lupo.
L'ultima sezione del museo è dedicata ai giochi ottici e pre-cinematografici ospitati sotto un tendone che ricorda quelli delle antiche fiere di paese. La collezione di movie macchine, strumenti con cui si consumarono i primi tentativi di movimentare i disegni, conta macchine in parte ricostruite sulla base di otiginali ottocenteschi. Ci sono la ruota di Farday, lo stroboscopio e una lanterna magica del 1880. Tra i giochi ottici, il caleidoscopio, i dischi cromatici, l'ologramma.
Bandite mensole e vetrine, gli ampi spazi sono allestiti con carrozzoni colmi di balocchi che rievocano l’atmosfera della festa di piazza. Nei carrozzoni vi si trovano i giocattoli di costruzione diretta: si tratta di quei giocattoli fabbricati dai bambini da soli o con l’aiuto degli adulti, con materiali di reimpiego, soggetti all’usura e all’abbandono, per giochi in casa o in strada. Monopattini in legno, carretti con ruote a cuscinetti a sfera, cavallucci montati su un’asta, fucili a molla, aquiloni fatti di canne e carta velina (le “comete” tipiche di Polignano a Mare), le cinque pietre da far saltare abilmente fra le mani, le fionde, le palle di pezza, gli archi costruiti con i ferri degli ombrelli.
fonte: mammaepapa.it, guide.supereva.it, ilsole24ore.it