La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per non aver messo in atto tutte le misure necessarie per garantire ad un padre divorziato la possibilità di incontrare il proprio figlio.
Il ricorso a Strasburgo è stato presentato da Alessandro Piazzi residente a Rimini. L’uomo, dopo il divorzio, nell’arco di tre anni ha dovuto fare ricorso al Tribunale dei minori per aver incontrato sempre maggiori difficoltà ad esercitare il suo diritto di far visita, ogni 15 giorni, al figlio che, con la separazione, era stato affidato alla ex moglie.
Il tribunale di competenza ha dato ragione all’uomo e interessato i servizi sociali che, vista la difficile situazione psicologica del bambino e i rapporti tra i due ex coniugi, avevano il compito di assicurare le visite. Ma Piazzi, come denunciato alla Corte di Strasburgo, non riuscirà mai più a vedere il figlio.
Nella sentenza, la Corte dei diritti dell’uomo ha riconosciuto la delicatezza della situazione e le difficolta’ incontrate dalle autorita’ nel far rispettare le proprie decisioni.
Tuttavia ha constatato che ”tutte le autorita’ coinvolte non hanno agito tempestivamente”.
Inoltre, i giudici europei hanno sottolineato che le autorità hanno adottato misure ”automatiche e stereotipate senza adattarle al caso specifico, e che di fatto non hanno assicurato all’uomo di poter effettivamente godere del suo diritto a vedere il figlio”.
Ad Alessandro Piazzi sono stati anche riconosciuti 15 mila euro di danni morali che, con la condanna, lo stato italiano dovrà pagare.
Ansa
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